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Arcuri ne ha già fatta un'altra. L'errore clamoroso sul piano vaccini

Franco Bechis
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Ci risiamo. Basta dare una cosa da fare a Domenico Arcuri e puoi stare certo che non funziona. E così scricchiola dopo poche ore dall’indegno show nazionale l’operazione vaccini. Non che abbiamo i frigoriferi pieni di dosi da iniettare ma insomma dopo il misero anticipo arrivato in Italia (un quindicesimo delle quantità arrivate lo stesso giorno in Germania) ora dovrebbero arrivare oltre 400 mila fiale del «modello Pfizer» ogni settimana, quindi si potrebbe cominciare a vaccinare qualcuno. Solo che mancano i vaccinatori, perché ancora una volta Arcuri che avrebbe dovuto occuparsene con largo anticipo, ha fatto tutto all'ultimo. Solo l’11 dicembre ha pubblicato il bando necessario a reclutare 3 mila medici e 12 mila infermieri che secondo lui sarebbero necessari per l’operazione vaccino. Contratti di nove mesi da 58.842 euro lordi per i medici e da 27.693 euro lordi per gli infermieri, comprensivi entrambi di tre quarti della tredicesima a cui si ha diritto. Non è però il ministero della Salute, né le Regioni, né la struttura commissariale di Arcuri a doverli assumere: si tratterà di lavoro in affitto. Il bando infatti cercava cinque agenzie di lavoro interinale che si offrissero di fornire a loro carico quel personale necessario all’operazione vaccini, perché non si può in questo momento usare nelle condizioni in cui sono le strutture sanitarie la rete ospedaliera e il suo personale che ha già ben altri impegni. La sua scadenza originaria era ieri sera alle 18, ma siccome anche nella documentazione pubblicata Arcuri ha compiuto per l’ennesima volta un pasticcio, ha prorogato la scadenza alle 18 di questa sera. Entro quell’ora le agenzie di lavoro interessate dovranno presentare la loro offerta. Ma il pasticcio fatto dagli Arcuri boys ha complicato molto il percorso. E la struttura commissariale è stata bombardata da richieste di chiarimento sulla cosa più importante per le agenzie di lavoro: quanto possono ricavare loro dalla fornitura di quel personale? Nel bando c’era scritto che il margine di guadagno per le agenzie era del 5%. Ma tutte hanno scritto la stessa domanda alla struttura commissariale: «Lordo o netto? Perché se comprende pure l’Iva, allora si scende al 3,9% ed è difficile proporre ribassi...». Risposta di Arcuri: «Si precisa che per mero errore materiale nell’avviso non è stato indicato correttamente il margine di agenzia al netto dell'Iva». Quindi avevano intuito bene le agenzie la trappola: il loro guadagno è 5% ma poi sulla cifra bisogna pagare l’Iva al 22%, quindi si riduce al 3,9%. Siamo in queste mani qui, bisogna rassegnarci. Perché solo con una faccia di bronzo si può ribattere che «per mero errore materiale» ci si era dimenticati di inserire nel testo di una gara di appalto il dato più importante di tutti: quanto può guadagnare chi vi concorre. Siccome la gara si basa sulla migliore offerta le agenzie interessate dovrebbero proporre per vincere un margine di guadagno più basso di quello. Entro stasera Arcuri saprà se ce ne saranno o meno, perché poi questi dati talvolta nemmeno vengono resi pubblici, altre volte sono pubblicati solo dopo molte settimane o mesi. La trasparenza non è certo il loro forte.

I 15 mila vaccinatori dunque al momento non ci sono. Come li dovrebbero trovare? Un po’ ce li mette lo stesso Arcuri che dal 16 dicembre ha aperto on line un questionario dove potevano registrarsi inserendo il loro curriculum vitae eventuali aspiranti medici e infermieri. Ovviamente non c’è alcuna notizia sui numeri di questa operazione. Quali che siano, questo elenco verrà fornito alle agenzie che dovessero vincere la gara che debbono usarlo. Se insufficiente si mettono loro a cercare i medici e gli infermieri che mancano a quei numeri. A quel punto bisognerebbe fare i contratti a seconda delle richieste territoriali. Per averne però certezza bisognerebbe avere già pronti gli hub di vaccinazione con il famoso fiorellino di Stefano Boeri. Al momento gli assessori regionali a cui si chiede conto allargano le braccia e dicono che non sanno né dove né come né a spese di chi verranno realizzati. Quindi bisognerà aspettare un bel po’ di tempo. 

Una volta che tutto fosse a posto (e l’esperienza insegna che mai qualcosa è stato a posto quest’anno), bisognerà procedere alla formazione sia dei medici che degli infermieri. Perché nessuno nasce vaccinatore, e nessun vaccino per altro sarà uguale all'altro. Quello da somministrare ora - il Pfizer - è contenuto in una minuscola fiala che racchiude però 5 dosi. Ci vuole una supervista per dividere le parti giuste aspirando con la siringa, tanto è che già ci sono i primi errori di somministrazione (in Germania per errore hanno somministrato con una sola iniezione tutte e 5 le dosi contenute nella mini fiala). Il corso di formazione ai vaccinatori sarà fatto dall'Istituto superiore di sanità, dove non è che ci sia una esperienza pazzesca nella somministrazione di questo tipo di vaccini che non ha alle spalle alcun precedente. Però avranno già letto il manuale delle istruzioni della Pfizer e qualcosa avranno da raccontare. Durata del corso? Non prevista. Ma è compresa nei nove mesi di contratto. Ci sono i vaccini, ma prima di avere i vaccinatori necessari bisognerà che quei frigoriferi a -80 gradi li tengano a lungo in modo sicuro. Pregando che tutti insieme in funzione non provochino un black out, perché allora la nottata di attesa sarà davvero lunga.

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