Conte ha fallito, non chiede scusa ma chiude in gabbia tutti gli italiani
Ha chiuso tutto con la promessa di iniziare a riaprire a Natale e salvare almeno le festività. E invece adesso mette gli italiani in gabbia. Il fallimento delle misure del governo Conte nella gestione della pandemia è palese, ma il premier neppure stavolta chiede scusa. Anzi.
Si presenta in conferenza stampa con ore di ritardo. Prova a spiegare le cervellotiche decisioni prese dal governo per le feste, con regole di difficile comprensione che stanno mandando al manicomio i cittadini. E a sentirlo parlare, pare che gli italiani debbano addirittura ringraziarlo.
Le misure adottate dal governo per fronteggiare la seconda ondata, con «il metodo a zone, hanno funzionato, riportando sotto controllo la curva di contagio. Questo metodo ha evitato un lockdown generalizzato che avrebbe danneggiato il tessuto economico e sociale del Paese». Così esordisce il premier Giuseppe Conte, in conferenza stampa a Palazzo Chigi. «Dobbiamo intervenire e vi assicuro che non è una decisione facile, è sofferta, per affrontare un regime di misure più restrittive. Abbiamo da poco adottato un decreto legge e non un Dpcm che trova un punto di equilibrio tra la stretta necessaria e le deroghe necessarie in considerazione della valenza sociale e ideale delle festività».
Quindi i dettagli: «Una zona rossa nazionale dal 21 dicembre al 6 gennaio, saranno evitati gli spostamenti tra regioni nei giorni festivi e pre-festivi: il 23, 25, 26, 27, 31 dicembre, 1, 2, 3, 5 e 6 gennaio. Si esce di casa solo per ragioni di lavoro, necessità e salute. Possiamo ricevere fino a 2 persone non conviventi dalle 5 alle 22. È una misura pensata per consentire un minimo di socialità».
Sulla prossima campagna dei vaccini: «Non prevediamo che il vaccino sia obbligatorio ma promuoviamo una campagna per rassicurare sulla sicurezza e sarà offerto a tutti e speriamo che tutti lo facciano».
Quindi arriva la solita promessa di soldi ai poveri commercianti messi in ginocchio dalle chiusure. «Volevamo inserire nel decreto legge anche immediate misure di ristoro, comprendiamo le difficoltà economiche e l’ulteriore sacrificio. Inseriamo immediati ristori di 645 milioni a favore di ristoranti e bar che sono costretti alla chiusura».