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Nel salotto tv confusione sovrana tra Lega smarrita e Boschi grillina

Arnaldo Magro
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Per chi non ama i talk modello «maratona», quelli che durano quattro ore e che conciliano il sonno per intenderci, c'è uno spazio molto ben curato su Rete 4, condotto da Giuseppe Brindisi. Il conduttore lancia un servizio che mostra le code infinite a Milano, per poter avere un pasto caldo. Uno spaccato di vita reale, nella ricca Milano amministrata dalla sinistra e da quel Beppe Sala che orgoglioso di quanto fatto, si autori candida a sindaco in piena emergenza Covid.

In collegamento Maria Elena Boschi, che dopo lo scontro dalla Gruber, trova in Mediaset, ospitalità ma soprattutto il tempo per rispondere alle domande poste. La Boschi parla di tutti quegli innumerevoli provvedimenti che il Governo, secondo lei, ha messo in moto per aiutare gli italiani. Poco importa che la CIG ancora non sia pervenuta in molti casi ed i ristori, siano in realtà mancette da poco conto. Per non farci mancare nulla vengono mostrati i dati del Mef, che parlano di 2 miliardi ancora da trovare per rifinanziare il reddito di cittadinanza. Puntuale va in onda un tweet di due anni fa dell'ex ministro, dove però sbertucciava Di Maio proprio sulla questione Reddito di Cittadinanza. Il Movimento vuole garantire agli sfaticati «una vita in vacanza» la sostanza di quel tweet. Boschi, sorride. «Ora con la pandemia molti italiani hanno bisogno di sussidi. E giusto aiutarli. Bene il reddito di cittadinanza. Quel tweet è di due anni fa. Erano altri tempi».

Erano i tempi in cui il Pd e la Boschi stavano all'opposizione. Tutto ciò  che prima rappresentava il male del Paese, ora ne è diventato panacea In molti stentano a comprendere le scelte della Lega dell'ultimo periodo. Anche gli alleati in realtà, faticano a capire e sbottano pubblicamente. Salvini che prima apre a Conte, poi fa marcia indietro e si riallinea al diktat del centrodestra. «Non partecipiamo a mangiatoie pagate dagli italiani». Insomma paiono confusi quelli della Lega. Se non ci credete vi basti guardare il deputato verde Jacopo Morrone, esperto di finanza e cresciuto alla scuola di Borghi, tutto «pane e no euro», che chiama Andrea Pancani, giornalista di La7, per l'intera durata del collegamento «Pancalli». Fino a quando il giornalista, all'ennesima storpiatura del suo nome sbotta sorridendo: «Pancani - mi chiamo Pancani, ma va bene uguale».

A seguire la Merlino parte con un editoriale sulla mala gestione del governo di questi ultimi giorni. Francesco Vaia, professore dello Spallanzani, si spella le mani con lei per la puntualità dell'intervento e per la chiarezza del suo programma. Peccato che subito dopo, utilizzi termini come «sindemia», «emendamenti a poussè» «captatio benevolentia» insomma tutti termini che la casalinga a casa, comprende a colpi di swiffer.

Poi sciorina un monologo di tre minuti con buona pace della conduttrice, che invano, lo chiama da studio. Lei la butta sul ridere. Si chiude con un dialogo in diretta del Premier Conte, che su Facebook ricorda agli Italiani le sue origini bucoliche. «Sono cresciuto in campagna, con la nonna, la terra da arare, gli ulivi, gli animali». E un momento bellissimo di televisione. Direte voi. Esattamente ciò di cui la gente ha bisogno in questo momento storico. Un ritorno alle origini. Solo per qualcuno in particolare.

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