Scuola in presenza da gennaio, scontro sui dati. Così Orfini sbugiarda Miozzo e la Azzolina
"A gennaio la scuola deve ripartire in presenza per tutti. Questo è l'obiettivo e questo deve assolutamente accadere. Ci sono dei rischi? Ovviamente sì, il rischio zero non esiste. Si tratta di ridurli al minimo e lavorare da qui alla riapertura per recuperare il tempo perduto e correggere gli errori". A sostenerlo è l'esponente del Pd Matteo Orfini che dedica alla scuola un lungo post su Facebook in cui sottolinea gli errori e le contraddizioni degli esperti e del governo che appoggia.
A partire dal coordinatore del Cts Agostino Miozzo. che sui contagi in classe parla di “articoli di stampa orrendi che informano di numeri improbabili...numeri che non hanno alcuna referenza né validazione scientifica ma che alimentano la paura e la percezione della scuola come focolaio epidemico”. "Miozzo rivendica invece l'utilizzo di “dati veri” elaborati dall'Istituto superiore di sanità e validati da studi internazionali", dice Orfini che ricostruisce: gli articoli di “stampa orrendi” citati da Miozzo "facevano riferimento a dati ufficiali ottenuti con un accesso agli atti al Ministero dell'Istruzione. Sono dunque i dati raccolti dal ministero attraverso i dirigenti scolastici che censiscono i contagli nelle singole scuole. Numeri che secondo Miozzo non hanno 'alcuna referenza né validazione scientifica'. Sembra di capire che per il CTS il ministero, e quindi il governo, non siano affidabili nel monitoraggio del contagio nelle scuole. Se così fosse mi sarei aspettato dal coordinatore del Comitato tecnico scientifico di consulenza al governo che segnalasse per tempo il problema e chiedesse di poter disporre di dati affidabili. A quanto pare Miozzo la pensa diversamente. Ma andiamo avanti: il coordinatore del CTS fa riferimento a “dati veri”, cioè quelli forniti dall'Istituto superiore di sanità".
"Che dati sono? Qui ci viene in soccorso una dichiarazione della ministra Azzolina che rivendica la scelta di avviare il monitoraggio interno che si sarebbe rivelato “fondamentale per le autorità sanitarie nel momento in cui in alcuni territori c'è stata una difficoltà crescente di alcune ASL ad archiviare e comunicare i numeri sui contagi”. La ministra prosegue spiegando di aver convocato una riunione subito dopo la riapertura della scuola con Istituto superiore di sanità e CTS per condividere quei numeri".
Insomma, le conclussioni sono sconfortanti: si evince "che i dati del ministero non fossero a conoscenza del CTS, come dichiarato da Miozzo in audizione in commissione", s rive il dem, e che "i 'dati veri' dell'ISS presumibilmente sono ricavati dalle ASL ma anche da quelli “senza referenza né validazione scientifica” del Ministero, che secondo la Azzolina hanno integrato i buchi delle ASL. Come vedete c'è una certa inquietante confusione. E viene ancora una volta da chiedersi su che basi si preparino protocolli di sicurezza e se ne valuti l'efficacia se sui dati dei contagi c'è questo caos".