«Soldi per i bus? Mai arrivati». La Sicilia smaschera le bugie del governo
Nelle casse della Regione Siciliana non è arrivato neanche un euro, ma il vice ministro dei Trasporti, Giancarlo Cancelleri, accusa il governatore Nello Musumeci di non aver speso le risorse stanziate dal Conte 2 proprio per il trasporto pubblico locale. E così si sposta anche sui trasporti, lo scontro tra l'esecutivo e le Regioni. Oggetto della contesa, i 300 milioni di euro che vanno ad incrementare il Fondo per il trasporto pubblico locale. Risorse che verranno erogate in due trance di pari importo grazie al Decreto Ristori bis per consentire alle aziende di mettere in sicurezza i passeggeri e garantire allo stesso tempo i servizi. E ieri Cancelleri ha accusato le Regioni di avere quei soldi e di non averli spesi.
«Fino a oggi non c'è neanche un euro» scandisce l'assessore ai Trasporti della Regione Siciliana, Marco Falcone. «Appena arriveranno, li distribuiremo ai Comuni». D'altronde, secondo fonti ministeriali, soltanto lunedì scorso il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha firmato il relativo decreto. Ma non basta. Perché come fa sapere lo stesso esponente del governo Musumeci, «ora manca la firma del direttore del ministero dei Trasporti, Mautone, indispensabile per impegnare le somme». In soldoni, se qualche euro arriverà nelle casse della Regione, se ne parlerà il prossimo anno, auspicabile a gennaio. Dei 300 milioni, 14 milioni sono destinati alla Sicilia. E arriveranno in due trance di 7 milioni ciascuna ma in tempi diversi. Quindi ancora più tempo d'attesa. Non solo, ma prima di poterli spenderle, lo stesso Conte 2, come spiega ancora Falcone, attraverso un Dpcm «verrà istituito un tavolo coinvolgendo sindaci, prefetti, Regione ed ex province per decidere come modulare gli interventi».
Intanto, si spera che l'Italia avrà iniziato la vaccinazione anti-Covid. «I Comuni – continua Falcone - tenuto conto dei servizi dei trasporti dimezzati per Covid, con questi fondi dovranno integrare delle corse con servizi di privati come Ncc, per fare un esempio. Così da un lato riusciamo a salvaguardare il distanziamento sociale, quindi la sicurezza dei viaggiatori; dall'altro lato garantiamo totalmente il servizio agli utenti». Ma ribadisce: «Finora da Roma non è arrivato un euro». Tuttavia, l'assessore regionale ai Trasporti tiene a precisare che la Regione siciliana ha già «inviato al ministero il relativo piano con il quale spieghiamo come distribuiremo queste somme che, come detto, andranno a loro volta ai Comuni per essere utilizzati in servizi aggiuntivi per il trasporto pubblico urbano».
Anche l'Abruzzo si prepara a spendere le risorse spettanti sui trasporti. «Con questi soldi, non possiamo che acquistare soltanto servizi di trasporto dalle aziende magari rimaste ferme per il Covid» ci dice il governatore, Marco Marsilio. D'altronde, bisogna spenderli subito. E per dirla con Marsilio, «i pullman non si trovano dietro l'angolo». «Per acquistare questo tipo di mezzi – spiega il governatore dell'Abruzzo - occorre tempo. Non si acquista una flotta da un giorno all'altro». «Bisogna in poco tempo incrementare l'offerta – prosegue Marsilio - creare più corse aggiuntive per diminuire gli affollamenti nei bus e ovviamente, attingendo ai privati. E così faremo». È rammaricato, tuttavia, il governatore, in merito al comportamento del Conte 2 con le Regioni. «Quello che abbiamo fortemente lamentato è il fatto di trovarci con un decreto legge firmato notte tempo e quindi non preventivamente discusso» puntella Marsilio. Nel merito del Dpcm, quello varato l'altro ieri, invece osserva: «È incomprensibile il fatto che non ci si possa spostare dai territori e poi a Natale, S. Stefano e, Capodanno addirittura dai propri comuni, senza tenere conto della grande differenza che passa tra i comuni di un'aria metropolitana, per esempio, e quelli della fascia adriatica dove ci sono piccole comunità. Per esse, passare le feste in casa significa come essere carcerati».