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Scandalo Oms-Italia, i dubbi di Sileri sul piano pandemico. L'interrogazione a Speranza la fa il viceministro

Francesco Storace
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Solo uno non sta zitto e gliene va dato atto. Ma che la confusione al governo su Covid e dintorni sia al massimo lo testimonia una vicenda che se a Palazzo Chigi ci fosse stato il centrodestra si sarebbe mobilitata tutta la sinistra, politica ed editoriale.

In particolare sulla brutta storiaccia dell’Oms, con le manovre di Ranieri Guerra e tutto quello che abbiamo appreso dalla tv su un piano pandemico fermo addirittura al 2006. I tentativi di sponsorizzare il governo italiano, che elargiva fior di milioni all’organizzazione internazionale. La pretesa di modificare date e alleggerire i giudizi. Un rapporto pubblicato e scomparso nel giro di 24 ore. E né il premier Giuseppe Conte né il ministro della Salute Roberto Speranza hanno trovato il modo di chiarire che cosa sia accaduto nelle relazioni con l’Oms, spiegare le ambiguità appurate, oppure pretendere spiegazioni a salvaguardia del nome dell’Italia, salvo farfugliare qualcosa in tv.

 

E Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, afferma con chiarezza che non si è detto quel che andava detto. Intervenendo ai microfoni della trasmissione «L’Italia s’è desta» su Radio Cusano Campus, l’esponente dei Cinque stelle ha parlato con onestà: «Si dice che l’Italia non fosse pronta, ma abbiamo visto che non era pronto nessuno quando è arrivato questo virus. Il fatto che il piano pandemico fosse troppo vecchio è vero, credo che qualche spiegazione da questo punto di vista dovrebbe essere data. Credo che si debba semplicemente rilasciare un’intervista per spiegare quello che è accaduto, quello che è stato fatto, quelle che sono le lacune, non credo che ci siano segreti. Oms? Qualche problemino c’è stato, di comunicazione, di direttive, però tutto deve essere proporzionato al fatto che ci trovavamo di fronte a un evento mai accaduto. È chiaro che qualche dubbio c’è, qualche perplessità, il mio consiglio è di spiegare ciò che è accaduto con trasparenza».

 

Il che, detto da chi al ministero della Salute staziona ogni giorno, è sicuramente sincero ma anche grave. Perché vuol dire ammettere che può trattarsi di uno scandalo, tirarsene fuori, scaricare su altri ogni responsabilità. Certo, stare tranquilli con questo clima non è facile per gli italiani.

Se è il viceministro della Salute a nutrire giustamente dubbi su quanto è accaduto, come si fa a pretendere che non ne abbia l’opposizione o la stessa pubblica opinione? 

 

Usiamo la stessa parola di Sileri: «Trasparenza». È ora di praticarla. A partire dal ministro Speranza. Che deve dire che cosa sa di tutta la vicenda Ranieri Guerra. Anche perché ogni giorno aumentano le perplessità sulla gestione della lotta al Covid proprio da parte del suo ministero, assieme a quello che ha combinato la presidenza del Consiglio.
 

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