Incredibile Morra, sulla Santelli insiste pure: se avessi la cirrosi epatica...
Non solo non si dimette, ma insiste pure. Il presidente della Commissione parlamentare antimafia in quota Movimento 5 Stelle, Nicola Morra, a Omnibus su La7 è tornato sulle parole che hanno creato un vespaio di polemiche sulla governatrice della Calabria, Jole Santelli, recentemente scomparsa. "Tutti quanti abbiamo il diritto di concorrere a qualsiasi competizione elettorale però, se io sono affetto, non so, da cirrosi epatica probabilmente potrei morire per problemi legati alla cirrosi epatica", ha detto il grillino. Che incredibilmente nega quanto affermato a Radio Capital: "Non ho detto" che la Santelli dovesse rinunciare a candidarsi per la sua malattia. "Ho detto che, giacché la cosa era notoria, adesso non ci si deve scandalizzare se ora si deve tornare al voto". Una pezza che peggio del buco, una spiegazione incomprensibile come la sparata che dovrebbe correggere.
"Morra lei si deve dimettere". Cattaneo glielo dice in faccia e il grillino se la ride
"Umanamente ho sempre rispettato la defunta Santelli, politicamente c'era un abisso. Se però ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia, ognuno dev'essere responsabile delle proprie scelte: hai sbagliato, nessuno ti deve aiutare, perché sei grande e grosso", aveva detto Morra finito nel mirino non solo dell'opposizione. Bufera amplificata dall'annullamento dell'ospitata del pentastellato nella trasmissione Rai "Titolo Quinto".
Nessuna giustificazione. Morra se ne deve andare
"Quanto avvenuto ieri merita profonda riflessione e non può essere sottovalutato da chi abbia a cuore la libertà d’espressione e la responsabilità del servizio pubblico nel nostro paese. Tuttavia c’è necessità di conservare lucidità, perché quello che ora non ci si può permettere è il classico fallo di reazione, quello che si compie dopo averne subito uno gravissimo ed aver perso la testa. Ma io conservo testa e cuore sereni e nella gioia. Pertanto invito tutti a ragionare, lottando per verità e giustizia, senza però derogare al rispetto dei principi della Costituzione repubblicana. Platone ha insegnato che chi commette un’ingiustizia è sempre più infelice di chi la subisce", si lamenta Morra.