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Recovery Fund e migranti, Giorgia Meloni aveva ragione. Orban svela la verità sul ricatto Ue

Pietro De Leo
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La partita sul Recovery Fund e quella sull’immigrazione si intrecciano. Ieri è stato confermato anche dal primo ministro dell’Ungheria, Viktor Orban, che all’agenzia di Stampa “Mti” ha spiegato: “Il governo ungherese, in linea con la posizione segnalata al vertice europeo di luglio, ha posto il veto sul bilancio, facendo uso di un diritto garantitogli dai trattati comunitari”. Al centro, il nodo dello “stato di diritto”, clausola per l’accesso al programma Recovery. 

Secondo Orban sono considerati rispettosi del principio “quei Paesi che ammettono migranti”. E dunque risuonano le parole che la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni aveva pronunciato qualche settimana fa alla Camera, accusando l’Unione Europea di “utilizzare i soldi del Recovery Fund per piegare nazioni che vogliono difendere le loro radici, la loro identità, i loro confini”. E avvertiva, rivolta all’Assemblea: “Non fate finta di stupirvi quando alla fine porranno il veto”. Una prospettiva che, dunque, si è pienamente verificata.  E complica tutto il quadro di integrazione Ue e soprattutto di reazione alle criticità attuali, tra cui senz’altro la gestione dei flussi migratori.   

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