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Campania zona rossa, la secessione di Mastella: "Benevento non è Napoli"

Il sindaco sannita si infuria: "Avvisano De Magistris e non me. E poi qui la situazione non è grave come altrove"

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Era inevitabile che, dopo la scelta del governo di dividere l'Italia in diversi gradi di emergenza basandosi sulle Regioni, prima o poi qualche sindaco prendesse la parola e reclamasse una distinzione più precisa basata sui livelli di contagio in ogni città. E così, mentre si attende l'ufficializzazione del passaggio della Campania da zona gialla a rossa - il ministro Speranza lo ha già comunicato a De Luca e De Magistris, in serata firmerà il provvedimento -   farsi sentire è il sindaco di Benevendo Clemente Mastella.

«Premesso che la mia cultura istituzionale mi porta ad accettare quanto ha valore di legge - esordisce l'ex ministro della Giustizia - ritengo, se la notizia risponde al vero, e cioè che il Ministro della Salute abbia informato il sindaco di Napoli che la Campania, e non Napoli, sarà zona rossa, questa forma di comunicazione un atto scorretto istituzionalmente. O il Ministro telefonava all’Anci Campania o ai sindaci dei Comuni capoluogo oppure non si comprende la ragione di questo improprio e maleducato modo di fare. Che Benevento, che ieri non ha avuto nessun morto, sia zona rossa, come Napoli, la ritengo una scelta improvvida ed immotivata. Dica il Ministro della Salute da quali dati scientifici trae l’indicazione di zona rossa per Benevento. Il suo consulente, prof. Ricciardi, che ne capisce di certo più di lui, aveva ipotizzato per la Campania una strada diversa e chirurgica: Napoli zona rossa, altre aree no. L’unica scelta da fare, che i vari organismi statuali, e non, suggeriscono, è quella di utilizzare i soldi del Mes, che la pavidità e l’ideologismo dei 5 Stelle non consentono. Quanto a me, obbedisco alle regole dello Stato, ma non condivido nulla di quanto si è verificato oggi e di quanto si sta verificando in questa seconda fase del Covid». 

Insomma, l'operato del governo continua a scontentare tutti.

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