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Gino Strada in Calabria, cosa c'è dietro. Storace: ecco la vendetta della sinistra

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Gino Strada bifronte, rappresenta contemporaneamente la faccia del potere e quella della rivoluzione. Per questo l'idea di nominarlo commissario alla sanità calabrese è un qualcosa che va oltre la gestione di un'emergenza ospedaliera. "Quella dell’ipotesi di chiamare Gino Strada in servizio non è più solo un tema calabrese. Ma è una questione che richiama una concezione di potere, a prescindere da come finisca: sia che il fondatore di Emergency rifiuti; sia che accetti; sia che faccia il vice", scrive Francesco Storace in un articolo pubblicato dal sito 7Colli.  "Il solo fatto che il governo abbia pensato – dopo i disastri Cotticelli e Zuccatelli – a reclutare un medico con quel nome per i conti della Calabria, deve far riflettere seriamente. Si cerca un simbolo e non una soluzione - continua il vicedirettore de Il Tempo -  Perché Gino Strada diventa un feticcio elettorale buono a sobillare gli animi di una sinistra delusa e che proprio in Calabria perse malamente le elezioni qualche mese fa contro la povera Jole Santelli".

 

Il medico fondatore di Emergency "rappresenta insieme la faccia del potere e quella della rivoluzione. Fantastico. Dottor Jeckill e mister Hide. Una vergogna, in pratica. Perché si calabresi bisogna garantire cure decenti e non volantini", scrive Storace.  "In pratica, se la sinistra perde in una regione, il governo si deve vendicare. Il compagno Zuccatelli poteva essere perfetto per lo scopo, ma ne ha combinate troppe per reggere. Arriva Zorro dall’Afghanistan, così i calabresi imparano a votare bene. Poi, persino la beffa".

 

Ma da quale mazzo spunta la carta Strada? Il suo nome "lo hanno fatto le Sardine. Con la faccia di chi dice 'e perché no', a cui rispondere con 'perbacco, perché non ci abbiamo pensato prima'... Ecco con chi preferisce collaborare Giuseppe Conte, con le Sardine. E poi dice di voler lavorare assieme all’opposizione, che viene a conoscenza dai giornali di operazioni di questo genere".

 

"Dice, ma che c’entrano le nomine con la pandemia? C’entrano eccome, anzitutto perché Cotticelli se ne è dovuto andare per il piano antiCovid. E poi perché a Palazzo Chigi si sono messi in testa di socializzare i debiti e privatizzare i profitti, in questo caso con il coronavirus. Quando sono con l’acqua alla gola chiamano l’opposizione. Se sentono il vento in poppa scatenano la contraerea - continua il vicedirettore de Il Tempo - Ma la Calabria può rappresentare un grande passo falso. Prima o poi anche li’ si torna a votare e poi ci sarà una curiosità da togliere a tutti: ieri il senatore di Fdi Fazzolari ha presentato una dettagliata interrogazione su quello che il governo doveva fare contro il Covid in Calabria attraverso il controllo del lavoro del generar Cotticelli. Chi informa i cittadini se è stato fatto?".

 

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