Chiudere le aree pubbliche e più controlli. Così il Viminale fa la guerra al Covid
«Controlli più serrati» per prevenire gli assembramenti. È quanto raccomanda il Viminale in una circolare inviata a tutti i prefetti. «Nel recente fine settimana - sottolinea il documento firmato dal capo di Gabinetto, Bruno Frattasi - in diverse località del Paese si sono registrate situazioni di particolare assembramento, in occasione delle quali è stata anche riscontrata una percentuale non irrilevante di inosservanza dell’obbligo di utilizzo delle mascherine. In relazione a tanto, e nella prospettiva di far sì che tale fenomeno venga significativamente a diminuire in corrispondenza dei prossimi fine settimana, si ritiene necessario che le SS.LL. vogliano convocare in via d’urgenza una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica al duplice scopo di programmare controlli più serrati da un lato, e, dall’altro, concordare con i sindaci più idonee modalità di applicazione dell’articolo 1, comma 4 del dpcm del 3 novembre, concernente l’interdizione di strade o piazze potenzialmente interessate da siffatto fenomeno».
Piazze chiuse anche prima delle 21. Il Viminale: così va applicato il Dpcm
«Contingentamento degli accessi» e «chiusure temporanee di aree pubbliche o aperte al pubblico». Sono due delle misure anti assembramenti richiamate nella circolare inviata ai prefetti dal Viminale. «Con precedente circolare del 20 ottobre 2020 - ricorda il capo di Gabinetto, Bruno Frattasi - è stato chiarito che l’applicazione della misura dell’interdizione di strade e piazze può anche avvenire attraverso un contingentamento degli accessi, secondo un principio di proporzionalità che potrà essere seguito anche ai fini dell’attuazione della disposizione così come riformulata, in senso ancor più stringente, dal vigente dpcm». «Inoltre - si legge ancora nella circolare - va rilevato come possa contribuire a una più efficace prevenzione degli assembramenti il ricorso da parte dei signori sindaci alla misura recata dall’articolo 1, comma 9 del decreto-legge 16 maggio 2020, numero 33, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2020, numero 74. Tale disposizione, infatti, consente, con provvedimento dell’autorità sindacale, la chiusura temporanea di specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico in cui sia impossibile assicurare adeguatamente il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro». «Anche il ricorso a tale potere provvedimentale - conclude Frattasi - il cui esercizio non è inquadrabile nell’articolo 54 TUEL, potrà essere oggetto di confronto» in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.