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Coprifuoco, scuola e trasporti. Ecco le regole a Roma e nel Lazio

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Gianluca De Rosa
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Avrete notato che non ci sono Regioni comprese in aree verdi. Non ci sono territori che possono sottrarsi perché la pandemia corre ovunque», ha detto ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte presentando alla stampa il nuovo Dpcm anti-Covid e l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che divide l’Italia in tre fasce rispetto alla gravità dell’epidemia. Alla fine per distinguere le fasce il colore è cambiato, ma la sostanza è rimasta la stessa.

Nel Lazio – ex zona verde e ora zona gialla come altre 15 Regioni italiane – da venerdì le regole saranno inasprite, ma l’aggravio sarà meno pesante d’altrove. I 21 criteri stabiliti dal ministero della Salute salvano la Capitale e le altre province della regione. Se a Milano, zona rossa come tutta la Lombardia, di fatto tornerà un quasi totale lockdown, a Roma la situazione rimarrà più simile a quella già vissuta in questi ultimi giorni. Da quando il Dpcm del 24 ottobre aveva già chiuso bar e ristoranti alle 18 e stabilito il coprifuoco a mezzanotte.

I confini comunali – a differenza di quanto accadrà nelle regioni rosse e in quelle arancioni – resteranno aperti. Saranno permessi anche gli spostamenti con le altre Regioni inserite nella zona gialla. Come in tutta Italia verrà invece anticipato l’orario del coprifuoco: sarà vietato uscire tra le 22 e le 5 se non per comprovati motivi di lavoro, salute o per stato di necessità da dimostare con autocertificazione. I nuovi provvedimenti del governo «raccomandano» di non uscire, se non per le stesse ragioni di cui sopra, anche di giorno, ma si tratta appunto di un invito e non di un obbligo. Bar e ristoranti continueranno ad essere aperti fino alle 18, mentre fino alle 22 potranno vendere cibo e bevande d’asporto. Senza restrizioni orarie, inoltre, potranno effettuare consegne a domicilio.

 

 

Su bus e treni della metro il riempimento massimo sarà ridotto al 50 per cento da quanto previsto dai libretti d’immatricolazione: in concreto significa massimo 50 persone su un bus, 600 su un treno della metropolitana e un centinaio su un tram. Restano chiuse palestre, cinema e teatri. Alle chiusure si aggiungono anche i musei, mentre per quanto riguarda la didattica a distanza, sarà l’unica forma di insegnamento per licei e istituti. Stesso discorso per le università (ad eccezione dei laboratori e di alcune attività per le matricole), rimarranno in presenza invece le lezioni nelle scuole dell’infanzia, all’elementari e alle medie. Infine, saranno sospese le attività di sale gioco e slot machine anche in bar e tabaccherie.

Nonostante l’inserimento del Lazio nella fascia gialla, i dati del bollettino della Regione Lazio destano diverse preoccupazioni. Ieri i positivi sono stati 2.432, 223 in più rispetto al giorno precendente, ma a fronte di una crescita di 1.131 tamponi (circa 26mila in totale), un dato che riporta il rapporto tamponi/positivi al 9 per cento. La diffusione del virus dunque si riduce leggermente, ma a preoccupare è un’altra cosa: i tassi di riempimento degli ospedali. Il piano di potenziamento regionale della rete ospedaliera dedicata al Covid prevede di avere 2.381 posti e 532 entro il 7 di novembre, ma i ricoveri hanno già raggiunto la cifra di 2.317, mentre le terapie intensive occupate da malati Covid sono 217. L’assessore alla Sanità Alessio D’Amato ha già promesso uno sforzo ulteriore per portare in poco tempo i posti Covid a 6mila. Intanto, per alleggerire la pressione sugli ospedali, ma anche sui drive-in e i laboratori sempre più intasati ieri sono stati consegnati i primi kit per i medici di base che faranno i tamponi all’interno dei propri studi medici. «Il ruolo del territorio è fondamentale in questa fase per limitare la sofferenza della rete ospedaliera», ha detto D’Amato.

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