L'ingloriosa fuga su D'Amato in consiglio. Così Storace stende Zingaretti
Il silenzio di Nicola Zingaretti sulle inchieste a carico del suo assessore alla Sanità, Alessio D'Amato, ha dell'incredibile. A chiedere conto al governatore del Lazio e leader del Pd e è il vicedirettore de Il Tempo Francesco Storace. "Non bastano le inchieste della Guardia di Finanza; nemmeno basta la Corte dei Conti; non bastano i titoli sui giornali; e incredibilmente non servono più nemmeno le interrogazioni per far aprire la bocca a Nicola Zingaretti sullo scandalo che riguarda il suo assessore alla sanità", scrive Storace sul sito 7Colli.
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Ieri in Consiglio regionale era all’ordine del giorno il question time proposto dal capogruppo della Lega Angelo Tripodi, con un’interrogazione a Zingaretti che partiva dall’accusa di danno erariale per almeno 275mila euro di cui è chiamato a rispondere proprio D’Amato. "Lo spettacolo è stato desolante. Arrivati al punto, il presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini ha detto testualmente: 'L’ordine del giorno, al punto 0.2, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 425 del giorno 4 settembre 2020, proposta dal consigliere Tripodi, concernente: Chiarimenti urgenti sul caso del finanziamento regionale erogato alla Fondazione Italia-Amazzonia Onlus, di cui ha beneficiato l’Associazione Rosso-Verde, e sulla volontà della Giunta di promuovere il divieto nell’erogazione di fondi a società, associazioni, cooperative e fondazioni nelle cui cariche siano presenti Consiglieri e Assessori regionali. Con riferimento all’interrogazione in oggetto, comunico che, non essendo pervenuto al momento nessun tipo di risposta da parte della Giunta, viene rinviata alla seduta successiva'".
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Già, nessuna risposta. Silenzio totale nell'aula del Consiglio regionale. "Né D’Amato – ovvero colui il quale era 'titolare' del traffico in questione tra Fondazione e onlus – né Nicola Zingaretti, che su questa vicenda una parola dovrebbe dirla, si sono presentati in aula. E non succede nulla, perché il compagno presidente Buschini rinvia freddamente una storia vergognosa 'alla seduta successiva'. Bisognava far saltare banchi e sedie invece, per il silenzio di una giunta regionale che suona come copertura inverosimile di quanto imputato ad un assessore. E invece il silenzio complice avvolge l’Aula", scrive Storace.
"Eppure il quesito di Tripodi era assolutamente limpido. Si limitava a chiedere – dopo aver ricostruito nitidamente quanto combinato con i finanziamenti regionali per i quali Finanza e Corte dei Conti inseguono D’Amato –la rendicontazione del progetto finito nell’occhio del ciclone della magistratura. E a chiedere se fosse volontà della Giunta regionale di 'vietare con una proposta di legge ad hoc, qualsiasi tipo di finanziamento a società, associazioni, fondazioni o cooperative nelle cui cariche siano presenti consiglieri e assessori regionali'", si legge nell'articolo del vicedirettore de Il Tempo che riassume l'interrogazione leghista.
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"Neppure alla richiesta di trasparenza risponde l’amministrazione Zingaretti? C’è timore della verità, peraltro ben raccontata da diversi quotidiani senza uno straccio di carta della regione Lazio fornita spontaneamente dall’ente? Non si risponde neanche alla semplice richiesta di non farlo più? - conclude Storace - Ma in che mondo pensano di vivere il presidente Zingaretti e l’assessore D’Amato? Nel fantastico Paese in cui tutto è impunito semplicemente perché la giunta è rossa? Si vergognino e non scappino pure dalla prossima seduta".