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Rasoiata di Vittorio Sgarbi, così umilia il "Di Maio qualunque" dei renziani

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Vittorio Sgarbi fa pelo e contropelo a Di Maio. No, non il grillino Luigi, ma "quello qualunque" che milita tra i renziani, Marco Di Maio di Italia Viva. Il caso è quello dell'uscita forzata del critico d'arte e deputato del Gruppo misto dalla camera, preso di peso dai commessi e fatto allontanare perché indossava la mascherina solo sul naso.+

 

"Oggi, leggendo alcuni sondaggi elettorali, mi chiedevo come sia possibile che «Italia Viva», il partito dell’ex presidente del consiglio Renzi, che era riuscito a portare il PD al 40%, sia stimato a poco più del 3%. La risposta l’ho trovata, incidentalmente, in tale Marco Di Maio (il cognome, di per sé, giustificherebbe ogni sciagura umana…), deputato Pd e uomo di Renzi a Forlì. Uno, per la cronaca, che si è fatto le ossa tra un selfie dal parrucchiere (vedi la foto allegata) e un’altra nei salotti della Camera facendosi riprendere mentre parla al telefono (con il parrucchiere, s’intende). Orbene, questo genio dalla faccia sveglia, commentando la mia espulsione dalla Camera, definendola una «pagliacciata», sostiene che io sia in cerca di «visibilità»", scrive Sgarbi su Facebook.

 

  • "In effetti, a pensarci bene, mi è proprio difficile trovare spazi e luoghi in cui manifestare il mio pensiero e le mie azioni. E, non potendo contare, come Marco Di Maio, sulla ribalta delle sale da barba, debbo inventarmi qualcosa. A parte gli scherzi, è triste pensare come un parlamentare della Repubblica riduca a «pagliacciata» la mia espulsione dall’aula di Montecitorio. E’ un problema più serio, ed ha a che fare con la libertà di pensiero e di parola. Solo un Di Maio qualunque può confondere la democrazia con la «visibilità». Tutti hanno compreso come, in realtà, l’invito a indossare “correttamente” la mascherina fosse solo un pretesto per interrompere il mio discorso, impedirmi di parlare, ma soprattutto di denunciare questo Governo di “scappati di casa” che governano il Paese con il terrore e la paura. Ora avrete capito anche voi perché Renzi sia passato dal 40% al 3%. S’è messo dentro un Di Maio qualunque, che invece di curare i pensieri della sua testa, pensa ad acconciarsi i capelli", la rasoiata del critico d'arte e parlamentare. 

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