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Caos coronavirus, ogni Regione ha i suoi divieti su scuole, bar e campionati dilettanti

Gaetano Mineo
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Ritornano le ordinanze dei governatori. E si riaccende la tensione tra Stato e Regione, a dire il vero mai spenta, ma che in queste ore riesplode con forza a causa dell’impennata dei contagi da Coronavirus che hanno superato i 10mila in ventiquattr’ore. Il ministro per gli Affari regionali tenta di riprendere il timone. "Tutti i presidenti hanno autonomia di fare ordinanze più restrittive nelle modalità che ritengono – puntella Francesco Boccia -. Ma, se abbiamo condiviso che i due pilastri che dobbiamo tutelare sono scuola e lavoro e le ordinanze incidono su quegli ambiti, sarebbe opportuno un raccordo tra governo e regioni".

Ma in barba a tutto, com’è noto, è già partito il governatore della Campania, chiudendo proprio le scuole, cosa che ha fatto infuriare la stessa ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che non ha escluso un ricorso da parte del Governo. Ma De Luca, come di consueto, non solo tira dritto ma rilancia, annunciando, che “deve essere bloccata la movida e a fine ottobre noi chiuderemo tutto alle 22.00”. Anche in Lombardia, da oggi è in vigore una nuova ordinanza.

Il governatore Attilio Fontana ha dato lo stop a tutte le competizioni sportive dilettantistiche di carattere regionale che prevedano il 'contatto fisico', comprese quelle dei settori giovanili. Chiuse anche le sale gioco, sale scommesse e sale Bingo. In Lombardia si parla pure di didattica a distanza “non assoluta ma parziale per gli istituti superiori". Cosa condivisa dal presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, nonché governatore dell’Emilia-Romagna che parla di “didattica a distanza, parziale o totale, per coloro che hanno necessità, oppure differenziare gli orari della scuola".

Pure il Friuli-Venezia Giulia ha la sua nuova ordinanza. L’atto firmato dal governatore Massimiliano Fedriga prescrive, tra l’altro, l’accesso limitato dei parenti nelle Rsa, hospice e strutture riabilitative per anziani. Stretta anche per i teatri e cinema o altri luoghi all'aperto adibiti allo spettacolo. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto superiore della sanità, intanto, le regioni che presentano un rischio alto per la tenuta delle terapie intensive sono Campania, Abruzzo, Emilia-Romagna, Lombardia, Liguria, Valle d’Aosta, Toscana, Puglia, Sardegna e Umbria.

In particolare, qui si riscontra una maggiore probabilità di superare la soglia del 30% delle terapie intensive occupate da pazienti Covid nel prossimo mese, con Lombardia e Liguria ai primi posti per rischio. Cosa che a breve, farà partire una nuova raffica di ordinanze regionali con buona pace del Conte 2 pronto, dal canto suo, a rispondere con un ennesimo Dpcm nelle prossime ore.

 

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