Tutta colpa della movida, ma è lite sul coprifuoco. Ecco cosa sta preparando Conte per gli italiani
Il Paese «è più forte rispetto a marzo o aprile», ma - superati i 10mila contagi giornalieri - un nuovo Dpcm e nuove misure sono «necessari» per evitare di arrivare ai livelli degli altri Paesi europei. Roberto Speranza si collega con le Regioni di buon mattino, insieme a Francesco Boccia. Il Governo, assicurano i ministri ai governatori, intende condividere il percorso con gli enti locali per evitare che si crei una «distonia» di provvedimenti che possa mandare in confusione i cittadini.
L’idea di base, spiega il titolare della Salute, è arrivare a un irrigidimento delle misure partendo da «una distinzione di base tra attività essenziali e non essenziali». Interveniamo adesso con più forza sulle cose non essenziali per limitare i contagi ed evitare di dover incidere domani sull’essenziale che per il governo è rappresentato da lavoro e scuola, è il ragionamento. «È il tempo di agire», scandisce Speranza che comunque rassicura sulla volontà del Governo di farsi carico del ristoro se dovesse decidere di chiedere a qualche settore di abbassare le serrande o comunque limitare le proprie attività. Avanti anche sullo smart working, che potrà raggiungere anche il 70-75%.
Nel mirino di Giuseppe Conte e dei ministri c’è ancora una volta la cosiddetta movida. La possibilità di attuare una sorta di coprifuoco "light" con la chiusura di ristoranti e locali alle 22, però, non convince le Regioni. I Governatori premono per lasciare la possibilità di restare aperti fino alle 24, anticipando alle 18 (è fissata alle 21 nel Dpcm attuale) l’impossibilità di servire chi non è seduto al tavolo, in modo da evitare assembramenti. Sembra scongiurata, poi, la scelta di chiudere parrucchieri e centri estetici, contro la quale si era scagliata Italia viva.
Sul tavolo, invece, la possibilità di intervenire su palestre e piscine. Sul mondo dello sport, viene spiegato, è in atto uno scontro tra una linea più dura (portata avanti principalmente da Speranza e Franceschini) e una più "proporzionata", sulla quale sarebbe più orientato Giuseppe Conte (insieme a Spadafora). Per quel che riguarda le attività da contatto un’ipotesi sul tavolo sarebbe quella di consentire solo i campionati dilettantistici e professionistici, vietando quindi quelli giovanili o organizzati dagli enti di promozione.
Tutto ancora da definire, poi, il dossier che riguarda la scuola, legato a doppio filo con quello che riguarda il trasporto pubblico locale. I Governatori insistono per arrivare a una differenziazione degli orari di ingresso e uscita e introdurre una didattica mista, che preveda magari le lezioni a distanza per gli alunni degli ultimi anni. Le Regioni, guidate da Stefano Bonaccini, hanno chiesto un nuovo incontro per domani, al quale, oltra a Boccia e Speranza partecipino anche Azzolina e De Micheli, per affrontare la questione con le dirette interessate.
La maggioranza torna a riunirsi in serata per sciogliere i nodo politici. A dividere è proprio la distinzione tra attività essenziali e non, sulla quale il Governo intenderebbe puntare. «Essenziale non può essere solo la scuola e il comparto produttivo», tuonano i renziani che insistono per salvaguardare anche i sacrifici fatti (anche dal punto di vista economico) da ristoratori, piccoli esercenti, titolari di attività sportive per adeguarsi ai protocolli. Predica cautela palazzo Chigi: il confronto è in corso e le uniche misure di restrizione veritiere saranno quelle contenute nel Dpcm, che non arriverà prima di domani. Le anticipazioni, viene sottolineato, «sono da ritenersi fughe in avanti e ipotesi non corrispondenti a verità». Domani parlerà Giuseppe Conte.