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Giuseppe Conte senza mascherina: il premier se ne frega dei decreti di... Conte

Eccolo tre sere fa a cena in un noto ristorante

Francesco Storace
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Guai a chi mette in discussione Giuseppe Conte, marchese del Grillo dei tempi nostri: noi con la mascherina ci dovremmo andare pure a letto ma lui no. Giuseppi e Olimpia possono fare come gli pare, con tanto di selfie al ristorante. Sì, quei selfie che contestano a Salvini e alla Meloni, la coppia più bella di Palazzo Chigi se li è andati a far scattare a Velletri, in uno dei migliori ristoranti dei Castelli, da Benito al Bosco.

Prelibatezze che vale la pena di gustare, a partire dalle fettuccine e alla faccia di ogni dieta. Anche se in verità nella sala "Tognazzi" immersa nel verde dei boschi del monte Artemisio, il premier si sarebbe fatto servire dell’ottimo pesce fresco arrivato da Anzio, non disdegnando però anche antipasti e primi della casa veliterna. Ben innaffiati, ovviamente. Ma è un peccato che l’esempio non sia dei migliori in tempo di Covid.

Sacrosanta la richiesta di una foto di gruppo da parte del titolare, il mitico Benito Morelli - che vanta supporter gastronomici a destra come a sinistra - ma il premier che sogna di rinchiudere tutti in casa non può permettersi di stare in un ristorante senza mascherina. Anche perché lui non lo multano certamente.

Conte e la sua fidanzata erano stati già a giugno da Benito al Bosco, appena cessato il lockdown. Stavolta ci sono stati proprio la sera in cui è entrato in vigore il decreto che impone a tutti gli italiani di indossare la mascherina ovunque si trovino. Anche nei ristoranti, se non stanno mangiando. E nella foto certo non lo stanno facendo. Vale la pena di ricordare che era già in vigore da qualche giorno l’ordinanza di Nicola Zingaretti che ha anticipato il provvedimento nazionale.

E nella pagina Facebook del ristorante c’è chi lo pizzica: “Conte andrebbe indossata la mascherina eh....i decreti li fa lei,dovrebbe saperlo”. E ancora: “Ma le mascherine? Si predica bene e si razzola male”.

Con lo sfottò: “Tutti belli  e bravi ,tutti grandi lavoratori , tranne quello con la cravatta  viola” (ovvero, il premier). Decisamente più tosti i commenti su Twitter, dove Radio Savana ha colpito inesorabilmente Conte e la sua Olimpia: “Le leggi valgono sempre e solo per gli altri in questo paese...”. “Luogo chiuso, tutti vicini, senza mascherina, tutti congiunti? I DPCM sono solo per il popolo?”. “Indisciplinati questi ggiovani!! Dopo cena disco??”.

Fate quello che vi dico e non quello che faccio, pare questa la massima che si può adattare ad un Presidente del Consiglio smascherato da una immagine che non potrà più nascondere.

Per carità, a Conte vanno riconosciuti ottimi gusti gastronomici perché quel ristorante di Velletri merita davvero una sosta per mangiare e senza nemmeno dover pagare il costo della pubblicità. Ma chi sottopone a sacrifici durissimi un popolo che da mesi proprio lui stressa con provvedimenti che ne mettono a dura prova la resistenza, non si può permettere di cedere alla vanità. Anche perché i suoi cantori non fanno altro che rimproverare agli avversari politici l’ostilità alle mascherine.

Probabilmente sarà più difficile a Giuseppe Conte sostenere che chi è beccato senza la protezione delle vie respiratorie attraverso la bocca e il naso da coprire debba subire una multa da 400 a 3000 euro. Lui, con l’esempio che dà, dovrebbe versare un capitale con l’aggravante dell’arroganza.

Ovviamente, il presidente del Consiglio non verserà un solo euro. Del resto, la presenza della fidanzata restituisce alla memoria il favore legislativo al suocero che ha finora potuto risparmiare quanto dovuto al Comune di Roma per la tassa di soggiorno relativa al suo albergo. E che diamine, non si può pretendere che sia il solo  Conte a recitare la parte del fesso di famiglia.

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