Migranti, arriva il rinvio elettorale sui decreti sicurezza: il Cdm spostato dopo i ballottaggi
Sui decreti Salvini il governo sta giocando sporco. Una maggioranza litigiosa – perché i grillini li hanno approvati nel Conte 1 mentre il Pd si opponeva – si è compattata solo sul rinvio di 24 ore dell’esame delle modifiche in consiglio dei ministri. E il motivo è presto detto: hanno la necessità di scappare dal rischio ballottaggi su un tema in cui la sinistra punta ad imporre all’esecutivo una posizione di assoluto contrasto rispetto al comune sentire del popolo italiano. Solo così è spiegato sottovoce lo slittamento del consiglio dei ministri da domani a lunedì sera. Alle 21, al riparo dai risultati.
Del resto, sulla questione c’è Nicola Zingaretti che è descritto come “arrabbiato” dai suoi. Ha promesso a tutti le modifiche da un anno a questa parte, e vuole umiliare i cinque stelle anche infliggendogli la mortificazione del cestino per i decreti sicurezza del “loro” Conte uno.
Aspettiamo da un anno, dice il segretario del Pd. Appunto, ribatte Vito Crimi, capo politico pentastellato: dopo un anno dov’è l’urgenza sancita dall’articolo 77 della Costituzione per autorizzare il varo di un decreto legge?
Un problema che non potrà ignorare neppure Sergio Mattarella, anche se osservatori acuti sottolineano che i cambiamenti ai decreti li ha sollecitati anche lui. Ma bisognerà vedere fino a che punto si spingerà la furia immigrazionista del partito di Zingaretti. Non è che il Quirinale possa far passare tutto a mezzo decreto.
Lo scenario probabile comunque resta quello dell’orgoglioso cedimento – l’ennesimo – dei grillini lunedì al consiglio dei ministri. Giuseppe Conte ha la necessità di non inasprire ulteriormente gli animi col Pd.
Va detto che proprio sulle modifiche ai decreti in tema di immigrazione, nel Movimento pentastellato i malumori non sono facili da sopire.
E proprio per non farsi mettere sotto accusa nel giorno dei ballottaggi, hanno “ottenuto”, quelli del M5s, almeno lo slittamento strategico della riunione di governo a ballottaggi conclusi. A scrutinio in corso e senza più elettori ai seggi, sarà più facile capitolare per l’ennesima volta rispetto a norme che pure erano state approvate con “l’altro governo”.
Crimi ha spiegato di temere un messaggio “utile solo a Salvini”: "E` importante che non si veicoli, nei paesi del Nord Africa, un segnale errato di confini aperti o di permessi facili".
Ma non sarà certo possibile spiegarlo a Zingaretti, che dopo le elezioni regionali vorrebbe addirittura lo ius soli domani mattina, figurarsi se possa permettersi di ritrovare col carniere vuoto dopo la riunione di Palazzo Chigi.
A quanto se ne sa le ultime modifiche apportate al testo prevedono, tra le altre cose, la fine delle sanzioni amministrative e lo stop alla confisca della nave, (a condizione che gli equipaggi informino le autorità italiane a ogni intervento di salvataggio e il Paese di cui battono bandiera, se non sono italiane), il ritorno della ’protezione speciale’ - non più denominata umanitaria - per chi, tornando nel proprio Paese, rischierebbe «trattamenti inumani o degradanti», la convertibilità in permesso di soggiorno per motivi di lavoro di alcune tipologie di permessi di soggiorno. Insomma, immigrazione clandestina a maglie larghe.