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C'è pure il Pd a processare in piazza Salvini

Francesco Storace
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Persino al processo l’estrema sinistra si mobilita contro Matteo Salvini. Il leader della Lega che sabato sarà di fronte al giudice per l’udienza preliminare per il caso Gregoretti. Lì potrebbe incontrare lungo la strada gli estremisti di sinistra che hanno deciso di contestarlo persino nel momento in cui bisognerebbe lasciare sereni i magistrati nella loro determinazione processuale. 
Ma quel che appare più incredibile è che a quelli che si fanno chiamare «Mai con Salvini» si accoderà il Pd catanese, che convocherà iscritti e simpatizzanti in piazza Trento a urlare contro il nemico...

Viene da pensare a quando Nicola Zingaretti afferma di essere contro l’odio. Ma non dice una parola per i suoi uomini che pensano di poter condizionare il corso della giustizia con i consueti schiamazzi. Tanti piccoli Palamara, per fortuna senza toga, si ritroveranno con l’estremismo rosso per dare sfogo al consueto livore. Magari li avrà incoraggiati a unirsi alle urla dei centri sociali. Ci hanno sprecato persino penna e calamaio quelli del Partito democratico etneo, vergando un comunicato che definire delirante è poco: «La segreteria provinciale – “spiega” la nota - ha deciso di partecipare all’iniziativa per sostenere la battaglia per il rispetto dei diritti umani e contro il tentativo di qualsivoglia strumentalizzazione del lavoro della magistratura catanese, in merito alla vicenda giudiziaria che coinvolge l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini nel caso Gregoretti».

Faccia tosta incredibile: manifestano e accusano chi va in tribunale per difendersi di strumentalizzare l’udienza a suo carico. E chi scende in piazza senza certo porgere mazzi di rose che cosa fa? Un partito di governo che arriva a contestare in questa maniera il capo dell’opposizione non è esattamente il massimo che ci si possa attendere in democrazia. Anche perché poi insistono: «Non sventoleremo nessuna bandiera di partito perché la battaglia a favore dei diritti umani e di civiltà non deve avere appartenenze o colore. Lasciamo agli altri le parate di convenienza e ai cittadini catanesi la libertà di indignarsi».

 

 

Il delirio non finisce certo qui. A contestare la presenza della Lega a Catania scende in campo addirittura «Non Una Di Meno», il movimento femminista internazionale, che annuncia la sua presenza all’ingresso del Porto di Catania proprio in concomitanza con l’inaugurazione della manifestazione alla Vecchia Dogana. E non da sabato ma proprio da oggi, traendo l’occasione dall’inaugurazione della tre giorni di incontri con leghisti da tutta Italia. «Sarà uno dei tanti momenti di lotta e di presa di parola contro la Lega». Il che è già abbastanza significativo del clima che si intende creare nella città siciliana. Le femministe vanno oltre: «Salvini e più in generale i suoi» rappresentano «un modello permanente di attacco alle donne (migranti e non)». Chi legge si regga forte perché declamano «la gerarchia degli stupri – ovviamente da parte leghista - a seconda di chi li commette e di chi li subisce». A tutto questo si aggiunge il rimbrotto sulla violenza dei confini e l’utilizzo dei social come clava per disciplinare personalità dissidenti («da Carola Rackete alle giovanissime giovanissime studentesse»). E facendo riferimento alle proposte politiche portate avanti dal partito di Matteo Salvini le organizzatrici aggiungono: «Non possiamo dimenticare gli attacchi alla salute riproduttiva e al diritto all’aborto, lo scampato pericolo del ddl Pillon, strumento feroce di disciplinamento e complice con mariti e padri violenti e la funzione di ponte che in Italia la Lega crea sia col mondo delle destre reazionarie di tutta Europa che con la galassia integralista andata in scena a Verona che vuole imporre un modello di famiglia funzionale alla produzione e riproduzione di un ordine patriarcale e di gerarchie sociali e di genere».

Che cosa c’entri tutto questo con il processo Gregoretti è davvero difficile da capire. Torna a farsi notare anche il solito Luca Casarini: «Salvini conosce bene anche i meccanismi della società dello spettacolo, sui quali si regge oggi la malandata democrazia rappresentativa che abbiamo. E quindi ha organizzato il palcoscenico a Catania, per recitare la parte. L’unica cosa che ha difeso, sempre, sono gli interessi suoi e del suo partito. Altro che gli italiani». «La nostra rete nasce per dire no alla presenza leghista a Catania. Una presenza che porta solo odio e discriminazione. Il 3 ottobre saremo presenti in Piazza Trento a Catania in moltissimi siciliani e siciliane per far capire a Salvini che nessuno di noi è disposto a mostrargli solidarietà». Lo afferma Francesca Egitto, studentessa universitaria e portavoce della rete catanese «Mai Con Salvini». «Anche nei giorni precedenti al 3 ottobre - aggiunge- ci mobiliteremo in città». Anche loro annunciano il fuori dall’ex dogana al porto di Catania.
Insomma, un circo, quasi che Salvini non abbia il diritto di difendersi. È lo spettacolo che offre al Paese una sinistra rancorosa. Con l’incredibile aggiunta del Partito democratico di Zingaretti. Che cosa abbiano di democratico bisognerà cominciare a chiederglielo.

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