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Stadio della Roma, incontro Raggi-Friedkin in gran segreto

Fernando M. Magliaro
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Alla fine si sono incontrati: Dan e Ryan Friedkin hanno visto il sindaco di Roma, Virginia Raggi. All’ambasciata degli Stati Uniti di via Veneto. Almeno questo stando a quanto riportato da David Moresco, di Pagine Romaniste. Conferme ufficiose tante. Ufficiali, nessuna. Anzi, dal Campidoglio usano la solita tattica del “cado dal pero” con il portavoce del Sindaco che risulta irraggiungibile dal momento in cui la notizia è stata diffusa.

Ovviamente, sul tavolo, come convitato di pietra, il dossier Tor di Valle anche se le prime informazioni riferiscono che il tema non sarebbe stato trattato ma che ci si sarebbe limitati a una presentazione di cortesia. Anche perché la Raggi con i Friedkin non può più limitarsi alle paillettes degli annunci: mancano gli atti concreti, oltre quello della Regione di Zingaretti sulla Roma Lido, mancano infatti anche i pezzi di carta dipendenti dalla stessa Giunta Raggi in Città Metropolitana, come l’adozione dell’accordo con il Campidoglio sulla via del Mare/Ostiense. Che l’incontro fosse nell’aria era comunque una notizia che girava da molti giorni e che seguiva il caos delle prime settimane: Il Tempo aveva anticipato come fosse possibile in questi giorni che la Raggi e i Friedkin si vedessero. 

 

 

Restano aperti enormi quesiti: in primo luogo, se Roma è diventata una colonia degli Stati Uniti o se il Campidoglio ha ancora un minimo di dignità e di rilevanza politica. Comprensibile la volontà dei Friedkin di non voler incontrare il Sindaco a Palazzo Senatorio, vista la loro asfissiante ricerca di riservatezza e privacy. Ma che come luogo d’incontro si scelga l’ambasciata di un Paese straniero è davvero un unicum che di solito accade nei Paesi a sovranità limitata. Il secondo quesito è quello sull’affidabilità interna del Campidoglio: se poi confermato ufficialmente, un incontro come questo, per le sue modalità carbonare, getta una luce inquietante sulla reale tenuta della Raggi e del suo staff all’interno degli uffici del Comune. Cosa che, insieme alla fronda sempre più consistente dei consiglieri pentastellati, pone anzitempo la Giunta Raggi nell’oscurità più che nel crepuscolo. 

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