Alberto Cirio come Aldo Moro nel volantino dei centri sociali
Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio al posto di Aldo Moro, con la bandiera delle Brigate Rosse alle spalle e la scritta ’I cosplayer che vogliamo": è l’immagine riportata su alcuni volantini sequestrati dalla Digos di Torino, che sta cercando di risalire agli autori.
Stamattina erano stati sequestrati altri manifesti riportanti la scritta «La mafia del Tav siede in prefettura, questura e tribunale: smascheriamo i membri della cupola, accusiamo gli accusatori!» e le fotografie del prefetto Claudio Palomba, del questore Giuseppe De Matteis, del dirigente Digos Carlo Ambra, del procuratore generale Francesco Enrico Saluzzo, dei magistrati Nicoletta Quaglino e Manuela Pedrotta e del presidente del tribunale di sorveglianza di Torino Marco Viglino.
È una solidarietà bipartisan quella che scatta intorno ad Alberto Cirio, dopo «lo spregevole volantino intimidatorio trovato, guarda caso, nei pressi del centro sociale Askatasuna», come ricorda Giorgia Meloni. Una circostanza che «dimostra come ancora oggi il clima di odio violenza degli anni di piombo si annidi in alcuni ambienti che arrivano ad usare un omicidio per minacciare le istituzioni. Mi auguro che gli inquirenti facciano tempestivamente luce sul caso e che i responsabili siano individuati e puniti perché questa gente è indegna dell’Italia e del popolo italiano», conclude il presidente di Fratelli d’Italia manifestando solidarietà a Cirio.
Dal Pd è Enrico Borghi, della presidenza del gruppo alla Camera, a dire che «il volantino che ritrae Alberto Cirio come Aldo Moro durante la sua prigionia nelle mani delle Brigate Rosse è ignobile e frutto di un atto che lascia sgomenti». «Desidero esprimere la più ferma condanna degli autori e la vicinanza dei deputati democratici al presidente della Regione Piemonte, insieme all’auspicio - sottolinea - che le forze inquirenti e di polizia facciano al più presto luce su questa vicenda».
«Le vergognose intimidazioni rivolte ad Alberto Cirio non fermeranno il suo lavoro. I cittadini di Torino e del Piemonte sanno riconoscere le persone per bene e prendere le distanze da chi predica violenza. Coraggio Alberto, non sei solo», scrive invece su Twitter Mara Carfagna, vicepresidente FI della Camera.
Si dice «vicino all’amico fraterno Alberto Cirio», sempre su Twitter il vicepresidente FI, Antonio Tajani. «Le minacce di morte dei simpatizzanti delle Brigate rosse non lo spaventeranno. Lo incoraggeranno a fare ancor di più per il suo Piemonte», assicura. «Solidarietà al governatore della Regione Piemonte Cirio, vittima di una spregevole e indegna intimidazione», arriva anche da Mariastella Gelmini. «La politica è dibattito, dissenso, confronto anche acceso, ma non può mai scadere in azioni indecenti e minacciose come quella di Torino. Forza Alberto, avanti, con più convinzione di prima», conclude la capogruppo FI alla Camera.