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Cinquestelle, guerra totale. Bomba su Di Battista: "Fa tanti post, ma poi non si mette in gioco". E' scissione?

Carla Ruocco senza freni: "Non so proprio come considerarlo, parla, va nelle piazze, ma poi..."

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E' guerra totale nel Movimento 5 stelle. E Carla Ruocco, tra i componenti dell'ormai ex direttorio, se la prende direttamente con Alessandro Di Battista, che aveva a sua volta attaccato i vertici per il deludente risultato alle Regionali. «Di Battista? Non si è mai messo in gioco realmente. In passato sono state fatte scelte che hanno penalizzato il M5S, si è fatto un gioco di "amichetti e caminetti"».

Intervistata dall’Adnkronos, la deputata M5S Carla Ruocco, presidente della Commissione d’inchiesta sul sistema bancario, non nasconde la sua preoccupazione per lo stato di salute del Movimento 5 Stelle dopo la batosta rimediata alle regionali, mentre il dibattito interno si accende in vista dei prossimi stati generali. «Da sempre ho perorato la causa della valorizzazione delle qualità, questa sarebbe dovuta essere la strada maestra. Qualità e partecipazione sono i perni attorno a cui deve ruotare tutto. Ben venga la leadership collegiale se può garantire questi due fattori», osserva la parlamentare campana, grillina della prima ora.

A chi le chiede se esista un rischio scissione, Ruocco risponde: «Può darsi, ma non è una questione di guerra tra bande. Ci sono requisiti che il M5S deve ritrovare, la gente non si è sentita sufficientemente coinvolta e valorizzata». Di Battista è tornato a farsi sentire affermando che la sconfitta alle regionali è stata la peggiore della storia del M5S. «Alessandro non si è mai messo in gioco realmente - il giudizio tranchant di Ruocco - non saprei proprio come considerarlo: fa i post, va in piazza, ma non si è mai messo in gioco. Se può fare il leader? Chiunque può essere eletto in maniera democratica, nulla è precluso: se Alessandro, messo alla prova, può valorizzare quello che ho detto, può tranquillamente diventare un leader. Ma ripeto, lui non si è mai messo in gioco realmente».

Su un possibile ritorno di Di Maio alla guida del Movimento, la deputata non si sbilancia: «Non sono io a doverlo dire: se la scelta deve essere collegiale, figuriamoci se posso esprimermi su questo. Sono state fatte scelte che hanno penalizzato il Movimento. Persone all’interno del M5S che si sono sentite trascurate... si è fatto un gioco di caminetti e amichetti, ma così non si guarda avanti».

È necessaria una presenza più incisiva di Beppe Grillo? «Ma Grillo cosa può fare? È stato sempre criticato quanto ha detto la sua in maniera più importante. E quando sta zitto, gli chiedono di intervenire. Non può gestire tutto lui - dice ancora Ruocco - non può assumersi lui le responsabilità che non ha». Quando le viene chiesto se il M5S abbia sbagliato ad allearsi col Pd, Ruocco replica: «Il nodo non sono le alleanze, la vera questione è riuscire a mantenere la nostra identità. Il Movimento deve riattivare un coinvolgimento emotivo, a partire dai portavoce a tutti i livelli, arrivando a livello locale. Deve tirare fuori il meglio da ciascuno. Insomma, deve riaccendersi».

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