Vince il Sì al taglio dei parlamentari. Ora il voto è più lontano
Vittoria larga per la riforma costituzionale. Cosa cambia per la politica
Il sì vince il referendum, la riforma costituzionale che prevede il taglio dei parlamentari è ufficialmente legge. Gli exit poll diffusi immediatamente dopo la chiusura delle urne fotografano un risultato che rispecchia le aspettative della vigilia. I voti favorevoli alla riforma, infatti, oscillerebbero tra il 65 e il 70% del totale. Viceversa, il no si attesterebbe tra il 30 e il 35. Un risultato comunque buono visti i sondaggi sulla riforma diffusi fino a qualche settimana fa, che vedevano il sì attestarsi intorno all'80%. Ma comunque non sufficiente a ribaltare l'esito di una riforma votata a larghissima maggioranza in Parlamento. Ottimo il dato dell'affluenza che, in attesa che arrivino i dati definitivi da tutte le sezioni, ha superato di slancio la metà del corpo elettorale e si sarebbe fermata poco oltre il 52%.
Canta vittoria il Movimento 5 stelle, che oltre ad essere stato il promotore del Ddl Fraccaro è stato di fatto l'unica forza politica ad aver fatto attivamente campagna elettorale per il sì. "Gli italiani si sono dimostrati meno stolti di quanto si crede" ha detto il parlamentare Trizzino. Ma anche i Radicali, schierati per il No, rivendicano il risultato: "Se confermato il dato, una vittoria del sì al referendum costituzionale sotto il 70%, sarebbe un dato importante per il fronte del no perché fino a qualche mese fa la vittoria del sì si sarebbe attesa molto più schiacciante. La campagna del no è partita molto più in ritardo rispetto a quella portata avanti da tempo dal M5S. Quindi, se confermata, sarebbe una sconfitta sì ma una sconfitta molto meno pesante" ha detto all'AdnKronos Massimiliano Iervolino, segretario dei radicali italiani.
Con la vittoria del Sì, i deputati diminuiscono da 630 a 400. I senatori scendono da 315 a 200. La riforma apre la strada a un'altra serie di modifiche necessarie, dalla legge elettorale ai regolamenti parlamentari. Di fatto la vittoria del sì allunga la vita della legislatura. Difficile che un terzo dei parlamentari a rischio taglio decida di anticipare la corsa alle elezioni.