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Miracolo grillino: resuscitato il Pd. Adesso non ce ne liberiamo più

Al governo con la Lega hanno portato a casa tutto. Col Pd nulla. Eppure non lo mollano

Franco Bechis
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La spallata del centrodestra non è riuscita, o meglio è riuscita solo in parte. C'erano quattro regioni rosse da una vita e due sono restate tali: a inizio anno l'Emilia Romagna, ieri la Toscana. Le altre due sono state conquistate: l’Umbria l’autunno scorso e le Marche ieri. E sono stati rieletti tutti i governatori uscenti con veri e propri plebisciti: Luca Zaia in Veneto, Vincenzo De Luca in Campania, Giovanni Toti in Liguria e Michele Emiliano in Puglia. Le attese della vigilia (e ora possiamo dirlo, anche i sondaggi), erano decisamente migliori per il centrodestra, e il colore rosso sembrava destinato a stingersi non poco. Così non è stato, e insieme alla forza personale di alcuni governatori uscenti come De Luca ed Emiliano (entrambi non proprio in linea con la segreteria del Pd) qualche responsabilità nel centrodestra c'è: la bocciatura in Campania e in Puglia è stata sonora. 

Ma è accaduto qualcosa altro che ha rianimato quel colore rosso che dalla stragrande maggioranza degli italiani da una vita avrebbe dovuto essere cancellato. Basta rileggere in fila la storia politica di questi anni. 

 

Quando si votò per le politiche del 2013 tre elettori su quattro dissero nell’urna che non volevano un’Italia tinta di rosso. Ma la legge elettorale era quella che era, e un voto su quattro bastò al Pd di Pierluigi Bersani per conquistare palazzo Chigi e il governo del Paese. 

Con un voto su quattro divenne premier Enrico Letta, che fu spodestato da lì abbastanza rapidamente da un regolamento di conti interno al Pd: quello che portò Matteo Renzi al posto suo. Altri sberloni degli elettori, via Renzi e a palazzo Chigi sempre un Pd: Paolo Gentiloni. Cinque anni di governo su mandato di un italiano su quattro: raro vedere una cosa così in democrazia. Poi finalmente la parola è tornata agli elettori, che nel 2018 alla domanda «volete ancora il Pd a palazzo Chigi?» hanno risposto con la più sonora delle pernacchie. 

Grazie a quel risultato elettorale avevamo sperato di non dovere morire rossi (come un tempo si diceva dei democristiani). Le elezioni le vinse il M5s, che si unì per fare un governo alla Lega di Matteo Salvini. È durata poco più di un anno, ma per i grillini è stata davvero l’era delle vacche grasse. Si erano presentati agli elettori proponendo il reddito di cittadinanza, e grazie a Salvini lo hanno fatto diventare legge. Poi avevano proposto la riforma della legge Fornero, e con Salvini è diventata legge. In programma avevano proposto la modifica del job act di Renzi, e la Lega turandosi il naso gliela ha fatta passare. Poi il taglio dei vitalizi, e grazie alla Lega è stato approvato negli uffici di presidenza delle Camere. Il taglio dei parlamentari? Per tre volte il Pd disse no, ma passò grazie a Salvini e Giorgia Meloni che per altro lo hanno votato anche la quarta volta. Anche la spazzacorrotti- altra bandiera- passò con il voto favorevole di Salvini che molti dubbi aveva sulla prescrizione. Con il governo gialloverde i grillini hanno portato a casa tutto quello che volevano. Poi inspiegabilmente un M5s impazzito ha resuscitato quel colore rosso che sembrava messo ai margini per un bel po’ di anni. Ha rimesso sulle poltrone di governo che gli italiani avevano loro tolto quel Pd che viaggiava ormai a vista sul suo barchino da naufrago. Lo hanno salvato con la respirazione bocca a bocca, hanno ceduto loro poltrone importanti e da quel momento stesso il Movimento cinque stelle non ha più toccato palla. In un anno non è riuscito a portare a casa nemmeno la più insignificante delle sue bandierine. Zero assoluto. Però è stato dissanguato dai naufraghi fatti salire a bordo, a cui hanno offerto linfa vitale: un travaso di voti in ogni occasione che si è presentata. E così proprio quando sarebbe stata possibile una svolta nella storia politica di Italia la classe dirigente del M5s ci ha fatto ripiombare nel peggiore degli incubi: ci toccherà «morire rossi», perché di riffa o di raffa quelli dalle poltrone non scollano mai. Bel regalo che avete fatto agli italiani, signori grillini. 

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