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L'Azzolina vuole ispezionare la minigonna. Non è ora di mandare a lei l'ispezione?

Franco Bechis
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Alla rocambolesca riapertura della scuola mancava solo il caso “minigonna” scoppiato ieri in un liceo di Roma, il Socrate. L'ha innescato la vicepreside che avrebbe raccomandato alle ragazze di non venire a scuola in abiti succinti e gambe scoperte perché altrimenti ai professori “cade l'occhio” e così non riescono a fare lezione.

Frase infelice, che ha provocato la reazione delle studentesse e dei loro compagni che in risposta d'ora in avanti adotteranno la minigonna come divisa: i maschietti sono alla disperata ricerca di kilt scozzesi. L'ondata puritana ha travolto i social dove la vicepreside è stata linciata, e più di lei il presunto occhio malandrino dei professori. Ma c'è anche chi se l'è presa con le minigonne sostenendo che a scuola si deve andare vestiti in modo “appropriato”.

 

 

Il dibattito ha infiammato anche la politica nell'ultimo giorno di campagna elettorale e ha dato una sponda fantastica alla ministra Lucia Azzolina che - non avendo altro a cui pensare - si è vestita da giustiziera inviando una ispezione in quel liceo. È soprattutto questo l'errore compiuto dalla vicepreside: avere dato una straordinaria arma di distrazione di massa per non fare cascare l'occhio - questo sì - sulle condizioni in cui è stato costretto a riaprire anche il liceo Socrate, come troppe scuole italiane. Non sono arrivati i banchi dell'ineffabile Domenico Arcuri, e gli studenti ascoltano le lezioni sulla sedia. Mancano professori e bidelli e in queste condizioni a scuola si apprende meno di quel che avveniva a distanza durante il lockdown. Si è riaperto in aule dove ci saranno almeno 40 gradi all'ombra e con l'obbligo di mascherina, ed è già tanto che così gli alunni non vengano in costume come sarebbe naturale.

Ma se la scuola è stata messa in mutande (cosa assai contraria alla pubblica decenza), la colpa non è né dei ragazzi, né dei prof a cui cade l'occhio e ancora meno dalla vicepreside a cui è scappata una sciocchezza. Io l'ispezione saprei dove mandarla, e non è al Socrate. Ma a viale Trastevere, sede del ministero della pubblica distruzione della scuola.
 

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