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Zingaretti senza memoria dà lezioni di legalità

Francesco Storace
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Penoso, non c’è altro da aggiungere. Quando Nicola Zingaretti conclude la fatica elettorale a Macerata per le regionali che perderà anche nelle Marche, è visibilmente stanco. La memoria non lo assiste e se ne esce così sulle inchieste riguardanti la Lega: “La legalità non va più tanto di moda da quelle parti”.

Ora, a parte il fatto che chi era abituato a deliziose conversazioni con Luca Palamara farebbe bene ad astenersi da certi commenti, il segretario del Pd dimentica evidentemente, in trasferta, di essere anche governatore del Lazio.

Si è dimenticato le mascherine perdute a suon di una dozzina e passa di milioni di euro? Lo sa che legalità vuol dire anche amministrare il denaro pubblico senza perderlo di vista? E ancora: finge di non sapere che il suo assessore alla sanità deve restituire – per una condanna – 275mila euro su ordine della Corte dei Conti ma lui Alessio D’Amato non lo tocca?

Zingaretti ha pure dimenticato i novanta milioni di euro che la magistratura contabile pretende per il Palazzo della Provincia di Roma su cui prima o poi bisognerà dire una parola definitiva?

Il governatore del Lazio lo sa delle nomine dirigenziali dichiarate illegittime dal Tar e dal Consiglio di stato nella regione?
Ecco, Zingaretti che parla di legalità somiglia tanto a Dracula alla guida dell’Avis. Si astenga.

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