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Governo in confusione sul coronavirus, buttati miliardi per ospedali inutili

Filippo Caleri
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In attesa del sì o del no per l’uso Meccanismo di Stabilità, tema di scontro tra le forze politiche, il governo non ha perso tempo. E nella bozza della lista dei progetti per l’uso del Recovery fund (quelle che circolano dai diversi giorni) si scopre alla riga 145 una posta precisa. Per l’intervento intitolato «Verso un ospedale sicuro, digitale, tecnologico e sostenibile» si utilizzeranno ben 33,4 miliardi di euro. Un imponente massa di risorse che porta con sé a una considerazione più generale sulla direttrici che prenderà l’intervento del governo nel settore della salute. E cioè la concentrazione degli investimenti nelle grandi strutture, nei megapoli ospedalieri, a scapito del rafforzamento della rete di base cioè dei medici di famiglia e delle piccole strutture sul territorio, punti di primo contatto dei pazienti che in molti casi con piccoli investimenti potrebbero restare a curare le loro patologie sui loro territori, senza trasferimenti verso grandi strutture concentrate nelle grandi città. A leggere tra le righe del progetto la sensazione che si stiano ponendo le premesse per costruire nuove cattedrali nel deserto è confermata.

Secondo la nota di dettaglio allegata gli obiettivi dell’intervento riguardano: «Il miglioramento del patrimonio edilizio attraverso la "costruzione/riqualificazione" di ospedali anche attraverso l'adeguamento sismico e antincendio nonché mediante la realizzazione di interventi coerenti con i protocolli di sostenibilità ambientale e di efficienza energetica; l’ammodernamento complessivo del parco tecnologico ospedaliero sia in termini di attrezzature di alta tecnologia che di infrastrutture digitali». Insomma nuovi plessi ma anche interventi strutturali sull’esistente che negli ultimi anni è stato concentrato nei grandi centri a scapito delle strutture periferiche, spesso chiuse e accorpate causa austerity e controllo dei costi. Una logica che ha concentrato piuttosto che e disseminare nei territori.

La cifra di 33,4 miliardi merita, però, anche un ulteriore approfondimento anche dal punto di vista cabalistico. Il numero di miliardi che il governo Conte intende impegnare su una parte importante della sanità italiana rivela, infatti, una straordinaria coincidenza con le cifre disponibili con la linea di credito disponibile sul Mes per i costi sanitari. A disposizione dell’Italia nell’organismo finanziario che ha sede in Lussemburgo ci sono circa 37 miliardi. Insomma in attesa di capire l’evoluzione politica sull’uso delle risorse, l’esecutivo Conte si è portato avanti. Le risorse postate per i principali progetti sono nell’ordine di quelle che si potranno ottenere dal fondo di Stabilità europeo. Se alla fine passasse la linea di attingere al meccanismo di stabilità, si tratterebbe solo di spostare fondi da una parte all’altra. E di usare le risorse liberate per alti impegni. Insomma una linea attendista in attesa di capire l’evoluzione del voto delle Regionali.

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