La furbata di Di Maio: con i soldi dell'Europa vuole rifarsi gli infissi
Un progetto da 46 milioni di euro per il Recovery Fund destinato all'edificio della Farnesina
Va bene che è tutto provvisorio e, come ha specificato il ministro Vincenzo Amendola, che ha il coordinamento delle operazioni, le schede filtrate sulle proposte di Recovery Plan sono in gran parte già state superate. Però c'è un dettaglio che mostra come lo spread tra i grandi obiettivi e la loro declinazione pratica rischi di essere assai ampio.
Così, ecco che tra le schede spunta progetto numero 770, titolo «Sostituzione infissi ed efficientamento impianto di riscaldamento e di raffreddamento del Palazzo della Farnesina». Alla modica cifra di 46 milioni di euro. La descrizione del progetto riporta: «L'obiettivo del progetto è la sostituzione integrale degli infissi del palazzo della Farnesina e la realizzazione di un nuovo impianto di riscaldamento e raffreddamento mediante macchine VRV, eliminando i numerosi sistemi di climatizzazione autonomi disseminati all'interno dell'edificio e realizzando un sistema centralizzato».
Ma non è finita, perché interessante è anche il progetto numero 772, sempre su iniziativa del ministero degli Affari Esteri. Per il costo di 14 milioni di euro si propone il «Rifacimento piazzale esterno del palazzo della Farnesina con elementi di produzione di energia elettrica». Ecco l'avveniristica descrizione del tutto: «L'obiettivo è il rifacimento della pavimentazione in marmo del piazzale esterno del palazzo della Farnesina, sede del Ministero degli Affari Esteri e del Commercio Elettrico, incorporando nella pavimentazione dei generatori piezoelettrici, in grado di trasformare l'energia cinetica dovuta al passaggio di persone e veicoli in energia elettrica». Insomma, rifare gli infissi, condizionatori e riscaldamenti del Quartier Generale del Di Maio di governo, e trasformare il piazzale in un avveniristico generatore di energia elettrica. Realizzazione della favola grillina tutta green e sostenibilità.
E però, nella mente dell'uomo della strada un interrogativo si arrovella: ce n'è davvero bisogno? C'è davvero bisogno di impiegare ben 60 milioni di euro per rifare le porte e finestre e il riscaldamento e il piazzale del Ministero degli Esteri? Stessa domanda che può suscitare l'articolo del Tempo di ieri, a firma Filippo Caleri, sul mezzo miliardo per un sondaggio lungo cinque anni, per misurare il livello di gradimento degli utenti nei confronti della pubblica amministrazione. Oppure i 35 miliardi di euro per creare una specie di facilitatore per l'utilizzo dei servizi digitali. Il tutto in un Paese in cui, come abbiamo visto dall'apertura dell'anno scolastico, mancano ancora cattedre per il sostegno degli alunni disabili, in un Paese dove il Pil secondo le previsioni sarà con il segno meno ampiamente sopra il 10%.
Benaltrismo? C'è sempre qualcosa di meglio da fare, certo, ma non è forse con questo schema di ragionamenti, non sempre ingiustificati, che il Movimento 5 Stelle ha maturato il suo successo nel corso degli anni? Per questo ci auguriamo che davvero il ministro Amendola abbia ragione e il contenuto delle schede sia stravolto. Il guaio è che l'accoppiata con il Pd era stata proposta ai cittadini nel segno di una sorta di nuovo approccio morale alla prassi di governo. E ci troviamo, invece, con i prodromi di un assalto alla diligenza. Come nel passato. Anzi, peggio. Perché la diligenza, con i tempi che ha l'Europa, neanche si vede all'orizzonte.».