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Ecco tutti i riciclati di Zingaretti, c'è sempre una ricca poltrona per gli ex politici

Fernando M. Magliaro
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E' una lunghissima lista di nomi della politica che rispuntano fuori come consulenti, negli organigrammi delle varie società ed enti dipendenti dalla Regione Lazio: sono quello che si può definire un "blocco di potere" che data almeno un decennio di controllo di poltrone e strapuntini. 

Ci sono nomi notissimi, almeno a Roma, come quello di Enrico Gasbarra - presidente dell’Ipab Santa Maria in Aquiro e consigliere del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, emolumenti totali: 176mila euro lordi annui - o di Amedeo Piva, ex assessore ai Servizi sociali nelle Giunte Rutelli, che guida un’altra Ipab, la Sant’Alessio. Sul fronte Ipab, poi, ritroviamo il nome di Giuseppe Lobefaro, pensionato del Ministero dell’Economia, ex presidente del I Municipio all’epoca di Veltroni sindaco poi consigliere Pd in Provincia di Roma sotto la presidenza Zingaretti che lo colloca a guidare l’asilo infantile Strumbolo di Piedimonte San Germano. Altra Ipab, altro Pd ricollocato: alla guida del Beata De Mattias, Zingaretti ha spedito Paolo Bracchi, ex vicesindaco e assessore all’Urbanistica del Comune di Guidonia. Ovviamente, quota Pd.

Altro nome del mondo centrosinistra piazzato alla guida di un ente pubblico è Antonio Rosati che, giusto a metà luglio scorso, è stato proiettato ad Eur SpA come amministratore delegato: Rosati, capogruppo dell’allora PDS in Campidoglio con Rutelli sindaco, poi presidente dell’Arsial (la società regionale per lo sviluppo dell’agricoltura), poi assessore al Bilancio in Provincia con Gasbarra prima e Zingaretti poi, è stato uno degli artefici del programma elettorale dello stesso Zingaretti in Provincia.

Poi c’è il caso di Daniele Badaloni, figlio dell’ex presidente della Regione, Piero. Dal 2017 Daniele, biologo abilitato, dirige il Parco naturale di Bracciano-Martignano, dopo essere passato per la direzione dell’Ente Romanatura. Casualità, se Badaloni figlio è il direttore del Parco di Bracciano, a presiederlo troviamo Vittorio Lorenzetti, altro nome del vecchio PDS: consigliere provinciale e vicepresidente della Commissione Lavori pubblici sotto la Giunta Fregosi (la prima eletta direttamente dai cittadini), è stato sempre per i Dem (nelle loro varie denominazioni) consigliere comunale a Campagnano di Roma dove ha anche ricoperto il ruolo di assessore ai Servizi sociali.

Altro parco, altro giro nel mondo dei Pd di provincia: Ente Riviera di Ulisse, splendido posto sul golfo di Gaeta, è di fatto un feudo del blocco Pd. Come direttore troviamo Roberto Rotasso che, nel 2012, realizzò uno splendido video di propaganda politica con il logo del Pd alle spalle. A presiederlo, invece, da poco più di un anno, Zingaretti ha spedito Carmela Cassetta, consigliera comunale (di opposizione) del Comune di Santi Cosa e Damiano, amministrazione che territorialmente non ha competenze sulla Riviera di Ulisse (sono solo i comuni di Formia, Gaeta, Itri, Minturno e Sperlonga). Peraltro, con questa nomina, Zingaretti ha aizzato una polemica tutta interna ai locali potentati Pd con i Dem di Formia sul piede di guerra per la nomina della Cassetta.

Cambiando parco, si va a quello dei Castelli romani: qui Zingaretti ha spedito a fare il presidente l’ex capogruppo Pd al Comune di Frascati, Gianluigi Peduto. Altro nome Dem (in questo caso più verde che rosso) che si ritrova nelle liste dei "parchisti" è quello di Dario Esposito, dal 2017 alla guida dell’Ente parco di Nazzano-Tevere-Farfa. Esposito era l’assessore all’Ambiente dell’ultima Giunta Veltroni.

A chiudere il quadretto, senz’altro non esaustivo, impossibile non annoverare la sinecura che la Giunta Zingaretti elargisce al cugino di Paolo Gentiloni, il professor Umberto Gentiloni Silveri che riceve 80mila euro lordi per la «Valorizzazione della storia e della memoria del Territorio della Regione Lazio e per l’ideazione e la promozione di progetti ed iniziative finalizzati alla trasmissione della conoscenza storica».

 

 

 

 

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