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Prima del Covid estate d'oro per i Berluschini. Si erano appena messi in tasca 7 milioni a testa

Le vacanze erano partite benissimo per Luigi, Barbara ed Eleonora, poi...

Fosca Bincher
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Certo non ricorderanno con piacere questa estate, tanto più che oltre a papà Silvio Berlusconi anche due dei suoi tre figli nati dal matrimonio del cavaliere con Veronica Lario - Luigi e Barbara - sono risultati positivi al coronavirus. Eppure l'estate per loro era iniziata sotto i migliori auspici. Luigi, Barbara e anche la sorella Eleonora ai primi di luglio si sono messi in tasca 7 milioni di euro a testa. Merito dello straordinario bilancio 2019 della holding che riunisce le loro attività e controlla anche il 21,41% della Fininvest. Si chiama H14, e a fine giugno ha archiviato un bilancio in utile per 41,4 milioni di euro che hanno destinato a riserva straordinaria proponendo poi però per bocca di Eleonora la distribuzione di un dividendo di 21 milioni di euro, 7 appunto per ciascuno dei tre fratelli. Nell'ultimo anno ai tre è andata davvero benissimo, in controtendenza con gran parte delle imprese italiane, e le immobilizzazioni finanziarie della loro holding sono cresciute di valore, passando da 167,6 a 239 milioni di euro. Gli è andata bene anche con gli strumenti più a rischio, come gli hedge fund che hanno bruciato le mani a tanti: i tre Berluschini invece si sono messi in tasca plusvalenze di 4,6 milioni di euro, a cui vanno aggiunti 1,7 milioni di euro di proventi dai fondi di private equity.

I figli più giovani di Silvio non sembrano avere grande fiducia nel governo in carica in Italia e in  quello che ha fatto in questi mesi: “non hanno sortito”, scrivono in nota, “effetti ad oggi le misure di stimolo adottate al fine di ridurre l'impatto della pandemia sul ciclo economico”. Ma hanno spalle talmente ben coperte da potere affrontare la bufera: “la solidità economica, patrimoniale e finanziaria della società esclude che possa essere posto in dubbio il requisito della continuità aziendale quando anche dovessero essere significativamente ridotti (se non addirittura azzerati) i valori degli investimenti nei settori più esposti, in primis quelli dei trasporti e del turismo, ammontanti ad euro 21 milioni circa).

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