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Il vino di Bruno Vespa vende di più. Perché l'utile è la metà?

Andrea Giacobino
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Il vino di Bruno Vespa? Si vende di più, ma guadagna di meno. Qualche settimana fa, infatti, a Roma si è tenuta l’assemblea degli azionisti di Futura Agricola 2015, società di produzione di vini sita in Puglia, di cui è presidente Alessandro Vespa, figlio del noto conduttore tv che ne risulta amministratore delegato, carica che condivide con Salvatore Mero. I soci sono papà Vespa col 50%, i due figli (Alessandro e Federico ciascuno col 20%) e la madre Augusta Iannini col restante 10%.

 

La riunione ha deciso di mandare a riserva straordinaria l’intero utile di 176mila euro segnato nel 2019, in calo dal profitto di 334mila euro dell’esercizio precedente. Per contro il fatturato anno su anno è salito da poco più di un milione di euro ad oltre 1,1 milioni. La vendita all’ingrosso dei vini di Vespa è invece veicolata dalla Futura 14, una srl che ha chiuso il 2019 con ricavi per oltre 2,2 milioni ma con solo 76mila euro di utile. L’azienda vinicola fondata dal famoso giornalista insieme ai suoi due figli (Alessandro e Federico), un team affiancato dall’esperienza di Riccardo Cotarella, da subito ha puntato sulla valorizzazione della più importante delle varietà vinicole pugliesi, il “primitivo”, presente nei 4 ettari di vigneto che circondano la masseria “Li Reni” di Manduria. A questo si affianca una piccola percentuale di “negroamaro”, l’altra grande varietà salentina, alla base di uno spumante rosato.

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