Virginia, sulla Ztl almeno copia i grillini
Per «giustificare» la riaccensione dei varchi della zona a traffico limitato in centro la sindaca Raggi aveva detto, tra l'altro, «è stato fatto in tutte le altre città». Come se ovunque i varchi fossero accesi dalla mattina fino al tardo pomeriggio e come se l'emergenza Covid non avesse reso evidente che già a varchi spenti le attività commerciali e di somministrazione stanno morendo, figuriamoci ora che i romani saranno ancora meno incentivati ad andarci dovendo usare mezzi pubblici fatiscenti, che viaggeranno con meno persone a bordo per via del distanziamento e senza che questo significherà più mezzi sulla strada.
E allora, si chiedono i commercianti romani che protestano, perché a Torino invece uno stesso sindaco Cinque Stelle, Chiara Appendino, la ztl centrale da sempre la tiene accesa dalle 7 e 30 alle 10 e 30 tutti i giorni feriali, spegnendola totalmente il sabato? Non si poteva fare anche a Roma in questo momento almeno considerata l'attuale emergenza Covid? Sì perché nessuno pretende di paragonare due città tanto diverse come Torino e Roma che hanno di sicuro un flusso di auto verso il centro differente, e dunque per realtà diverse servono provvedimenti diversi, ma la ragione vorrebbe che di fronte alle istanze di un intero settore produttivo, un'emergenza senza precedenti, ed evidenti difficoltà oggettive di un servizio pubblico a pezzi, almeno si considerassero altre realtà, a maggior ragione se le decisioni in merito arrivano da una giunta che ha lo stesso colore politico di quella che governa la Capitale.
Litigano su tutto, perché tra Virginia Raggi e Pd volano gli stracci
Sospendere la ztl alle 10 e 30 significa aver impedito ad un gran numero di auto di entrare in centro di mattina presto per recarsi al lavoro o accompagnare i figli a scuola, evitando così traffico ed un eccesso di numero di mezzi privati con il conseguente problema dei parcheggi, ma significa anche che da una certa ora in poi, peraltro concomitante con l'apertura delle attività commerciali, chi vuole può fare shopping, prendersi un caffè o pranzare senza il pensiero di come raggiungere il cuore della città dove invece, nel caso di Roma, è destinato oggi più che mai a restare deserto. «Per questo avevamo chiesto almeno si ragionasse su una riapertura anticipata dei varchi – chiosa Claudio Pica della Fiepet Confesercenti – perché in questo modo è logico che si scelgano per il proprio svago altre zone della città dove i varchi non ci sono. E non pensiamo solo che centro significhi Tridente o piazza di Spagna ma anche Trastevere, Testaccio, zone piene di attività commerciali e di somministrazione».