Scuola, Salvini contro la ministra Azzolina: vogliono trasformarla in lager. Lei lo insulta: gaglioffo
"Il problema dell'Azzolina non è che si mette il rossetto e si tinge le unghie ma che non è capace di fare il suo mestiere". Il giorno dopo la "rissa" con la ministra dell'Istruzione Matteo Salvini ribadisce la sua convinzione su Lucia Azzolina. "In Italia non c'è un ministro dell'Istruzione ma una persona che ha problemi" e al governo dei "tarati" che vogliono trasformare la scuola "in lager con i banchi a rotelle, le mascherine e i plexiglass" aveva detto ieri Salvini. Parole di fuoco quelle del leader del Carroccio, che ha rincarato ulteriormente la dose immaginando uno scenario dove "abbiamo i criminali a casa e avremo i dirigenti scolastici in tribunale".
Una linea che il numero uno della Lega porta avanti da mesi, ma la metafora sui campi di concentramento inevitabilmente scatena un polverone. La risposta della ministra a Salvini arriva dallo studio di "In Onda": "Deve chiedere scusa non al ministro dell'Istruzione, a me non interessa nulla. Capisco che qualcuno sulla scuola sta facendo campagna elettorale ma non si può arrivare a questi livelli perché sono da trogloditi, da persone abbrutite. Sono morte milioni persone nei lager e la scuola è un'altra cosa. Da oggi chiamerò Salvini il gaglioffo, è ridicolo e gli consiglio 'Fino a quando la mia stella brillerà di Liliana Segre. Avrebbe bisogno di studiare e di leggere. I lager sono una cosa seria", ha aggiunto. "Deve chiedere scusa a tutta la comunità scolastica".
Per il Movimento Cinque Stelle "le parole di Salvini sulle "scuole lager" sono dichiarazioni di un personaggio allo sbando ormai totalmente irresponsabile e disconnesso dalla realtà". L'invito all'ex alleato è quello di "vergognarsi nel tirare in ballo i campi di concentramento nazisti".
I governatori di Veneto e Liguria, Luca Zaia e Giovanni Toti, ribadiscono la loro contrarietà all'utilizzo della mascherina in aula ma con toni più pacati mentre Salvini tira dritto per la sua strada. Al, teorico, suono della campanella manca meno di un mese e il tema, ormai diventato il principale campo di scontro politico, si fa sempre più caldo. Con buona pace di genitori e studenti che, in mezzo alle polemiche bipartisan, vorrebbero anche avere qualche certezza.