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Meeting di Rimini, da Mario Draghi lezione a Conte

Franco Bechis
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Che follia averlo immaginato come sostituto di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Mario Draghi guarda molto più in alto. Lo ha reso plasticamente evidente ieri a Rimini. C'era chi pensava e forse sperava di avere un assaggio delle sue intenzioni politiche dall'incontro che ha aperto il tradizionale (quest'anno un po' ridotto per via del Covid) Meeting per l'amicizia fra i popoli. Ma è restato a bocca asciutta, perché Draghi ha sì parlato.

Non da premier, ma da Papa in pectore. Un Papa laico, certamente. Che però si è presentato così senza nasconderne l'ambizione: “Non voglio fare oggi una lezione di politica economica”, ha esordito l'ex numero uno della Bce, “ma darvi un messaggio più di natura etica per affrontare insieme le sfide che ci pone la ricostruzione e insieme affermare i valori e gli obiettivi su cui vogliamo ricostruire le nostre società, le nostre economie in Italia e in Europa”.

E di lezioncine morali ne ha disseminate infatti leggendo il discorso che si era scritto, e strappando pure qualche applauso in platea. Il piatto forte è stato quello dei giovani. A loro, ha esordito, “bisogna dare di più” dei sussidi distribuiti un po' a pioggia , perché questi più prima che poi “finiranno e resterà la mancanza di una qualificazione professionale, che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuri”. Ma si sono tutti spellati le mani a un altro passaggio di Draghi: “il...

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