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M5S alla deriva, la parabola dei grillini come l'Uomo qualunque

Guglielmo Giannini durante un comizio

Leonardo Metalli
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C’era una volta il cittadino che protesta, la politica del “piove Governo ladro”, dell’uomo qualunque che vuole entrare nel Parlamento dalla porta principali con l’inchino. La storia ci ripropone dei modelli matematici perfetti, stessi schemi identici con andamenti paralleli in due epoche diverse ma anch’esse simili nell’ambientazione sociale ed economica.

Nel 1944  eravamo nella più grande crisi economica, alimentata da guerre e dissidi interni, e la politica non rispondeva più alle richieste del popolo affamato e stanco di lottare. La protesta si faceva movimento di opinione  svincolato da tutto e tutti, e poi partito, aderendo alle forze in campo ormai sfiduciate e senza seguito. Una sorprendente battuta di energia faceva rinascere i moribondi partiti e la forza propulsiva della protesta.

Tutti contenti e rinvigoriti dalla rinascita del Paese, che però nascondeva ancora luci ed ombre sul futuro economico. Nessuno aveva certezza che fosse la strada giusta per un futuro migliore. Intanto nascevano nuove ma innaturali alleanze tra vecchi politici impopolari e nuovi inesperti improbabili statisti alle prime armi. La crisi economica degli ultimi anni e la guerra del Virus ci riportano a quei tempi lontani con vicende alterne di inquietante similitudine politica e sociale.

I 5 Stelle (vedi Casaleggio) hanno seguito alla perfezione la genesi evolutiva dell’Uomo Qualunque nato da una rivista (vedi blog Grillo) fondata a Roma nel 1944 e diretta da Guglielmo Giannini (vedi Grillo). Un gruppo di cittadini in movimento che si trasforma presto in una formazione politica caratterizzata da un linguaggio colorito e popolaresco, dichiaratamente anticomunista, aderendo subito alla destra, (vedi Salvini) partito dell’ordine e della linea dura facendo leva sul malessere sociale dei ceti medi, alimentano in maniera determinante la sfiducia contro i partiti.

Nel 1946, il vasto movimento di opinione pubblica sfondò il tetto regionale soprattutto al Sud (vedi Di Maio e Fico) e il laboratorio della protesta cittadina che cresceva all’interno della rivista sfociò nella formazione di un partito politico, il Fronte dell’Uomo qualunque, che riportò un notevole successo nelle elezioni per l’Assemblea Costituente e un successo ancora maggiore, nel novembre dello stesso anno, nelle elezioni amministrative in numerose città del Centro-Sud (mov 5 Stelle). Il Fronte, tuttavia, incapace di darsi un programma definito, (un po’ si destra e un po’ di sinistra) si avviò a un rapido declino facendo concrete alleanze con le sinistre (Pd Zingaretti) che snaturarono definitamente la motivazione del movimento, succhiando quello che rimaneva delle energie innovative e svuotandolo di contenuti.

Dopo le elezioni politiche del 1948 scomparve dalla scena politica. (epilogo M5S). La storia si ripete ma non si cambia, impossibile chiedere ai protagonisti di fare un passo indietro e riflettere sul loro destino ineluttabile.

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