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Bonus, Tridico non fa i nomi. Così il presidente Inps falsa le elezioni

Gaetano Mineo
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Una storia che va avanti da circa due mesi e mezzo e che decisamente potrebbe condizionare le elezioni Regionali e Amministrative dei prossimi 20 e 21 settembre. Una storia che parla di duemila politici di vario rango (nazionali, regionali e locali) che hanno fatto richiesta del bonus Covid di 600 euro e che già era sul tavolo dell’ultima seduta di maggio del consiglio di amministrazione dell’Inps. Per dirla con Pasquale Tridico, «il Cda del 30 maggio è stato informato della notizia ma non dei nomi». Affermazione, quella del numero uno dell’Istituto di previdenza, fatta ieri nel corso di un’audizione in commissione Lavoro della Camera sulle modalità di richiesta e liquidazione proprio del bonus dei 600 euro a favore dei lavoratori autonomi e in relazione all’azione dell’antifrode. Un’audizione finita con un nulla di fatto perché nessun nome è venuto fuori da Tridico, alimentando il mistero e, allo stesso tempo, continuando a condizionare le candidature alle elezioni alla vigilia della chiusura delle liste.

Un fatto è certo: finora a pagare il conto sono stati due esponenti della Lega e uno dei 5stelle, «pizzicati» per aver richiesto il sussidio. E quindi, tagliati fuori dalle competizioni elettorali da rispettivi partiti. E gli altri 1.997 politici? E qui casca l’asino. Di loro non si sa nulla dallo scorso maggio: tre mesi e mezzo di silenzio, indiscrezioni, polemiche ma nessun nome tranne di quei tre sfortunati beccati dai media. Ma alla stampa, solo qualcuno dall’interno dell’Inps l’avrà detto, perché l’Istituto è l’unico detentore dei dati. Tridico non ha parlato, ha dichiarato. E continua a non parlare, guadagnando anche tempo ancorandosi al Garante della privacy, nonostante già siano trascorsi quasi 3 mesi. «Il Garante ha diffuso una nota che però ha bisogno di un ulteriore approfondimento che abbiamo chiesto ed è in corso». Quando arriverà questo approfondimento, non è dato sapere. Di certo quando le liste elettorali saranno chiuse. E se i nomi usciranno solo allora e tra essi risultasse un candidato, questo, dovrà ritirarsi dalla competizione elettorale? I maligni azzardano che i nomi usciranno fuori dopo le urne. Ma o prima o dopo, la frittata è oramai fatta.

Tridico, dal canto suo, difende l’operato del suo istituto e respinge al mittente le accuse in merito alle modalità di richiesta e liquidazione del bonus in favore dei lavoratori autonomi, sulle categorie di destinatari di tale bonus nonché sulle relative attività di monitoraggio, vigilanza e controllo da parte dell'Istituto. E ha ribadito che l'Inps fornirà i nomi degli altri parlamentari che hanno chiesto, ma non ottenuto il bonus solo dopo un ulteriore chiarimento del Garante.

Oltre ai 2mila politici, il presidente dell’Inps ha fatto sapere che sono coinvolti pure «40mila lavoratori, di cui qualche migliaio, 2-3mila, già bloccati». Tutta musica per le orecchie dell’opposizione che continua a invocare le dimissioni di Tridico. Maria Stella Gelmini, capogruppo di FI alla Camera dei deputati: «In merito all’utilizzo distorto del bonus per le partite Iva e alle successive polemiche il capo dell’Inps non ha visto, non ha sentito, non ha parlato. Presidente a sua insaputa: dimissioni!». I deputati della Lega della Commissione lavoro: «È molto più preoccupante il fatto che l’Inps abbia permesso l’ennesima fuga di notizie di dati personali. Tridico si dimetta». Il capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida: «Se il presidente Tridico continua volutamente a tacere, farebbe bene a dimettersi».

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