Giuseppe Conte, adesso la magistratura deve puntare su Palazzo Chigi
Deve essere devoto di Santa Nega, il premier Giuseppe Conte, con quel suo faccino un po’ così. Le sue responsabilità emergono in modo schiacciante sulla superficiale gestione delle zone più devastate dall’epidemia di coronavirus, eppure scappa. I morti a sua insaputa. Troppe contraddizioni e balle incredibili. Le quattro pagine de Il Tempo in edicola (...) ne sono ampia testimonianza.
Dai segreti di Fatima a quelli di Pulcinella. È risultato vergognoso a larghissima parte d’Italia il tentativo di impedire l’accesso ai verbali del Comitato Tecnico Scientifico. Ci ha provato in ogni maniera Conte ed è incredibile che il motivo di tanta segretezza si trovi in uno dei verbali non resi pubblici ma che non è sfuggito al cronista dell’Eco di Bergamo, quello del 3 marzo. Un segreto omertoso. Le bugie al potere sulla pelle delle troppe vittime del coronavirus. Ma il capo del governo non è riuscito neanche a portare di fronte al Consiglio di Stato la sua faccia tosta.
Nella documentazione finora disponibile emerge innanzitutto la totale imperizia di governo, con una straordinaria capacità di negare le cose utili da fare per salvare vite umane ma impegnandosi a fare quelle inutili come bloccare tutta Italia. Una commedia di cui è difficile capacitarsi. E che fa naufragare anche quell’indegno scaricabarile con cui Conte e compagnia hanno tentato di addossare ogni colpa alla regione Lombardia. Che proprio quel 3 marzo elencava agli scienziati voluti da Conte la grave situazione del bergamasco, a partire da Alzano e Nembro. Ignorata. La chiusura non doveva neppure essere ipotizzata. Conte non voleva. Spieghi perché, se non vuole essere bollato con qualche macabro moivo in più come il Grande Bugiardo.
Ma la giornata di ieri ha offerto anche altri inquietanti retroscena. Sembra di trovarsi di fronte a un presidente del Consiglio che sia stato sempre silente durante l’emergenza coronavirus. Eppure ce lo ricordiamo tutti il suo presenzialismo comunicativo, la frenesia nell’apparire ogni sera davanti agli italiani, il costante riferimento al comitato tecnico scientifico. Ogni sua decisione pareva ispirata da quegli scienziati ai quali si abbeverava per il bene di tutti noi. Ma poi Conte - incredibilmente - è arrivato invece a sostenere che lui, quel verbale del 3 marzo scorso, non lo ha proprio letto. Io non c’ero e se c’ero dormivo. Vergogna, presidente. Salvo poi fare marcia indietro nella conferenza stampa di ieri sera, ma camiando la data del 3 con qulla del 5. Se non stessimo parlando di una tragedia, potremmo dire che siamo alle comiche.
Appena ventiquattr’ore orsono abbiamo appreso - e raccontato - del sequestro ordito ai danni di un popolo intero. Proprio il Cts aveva raccomandato di non estendere il lockdown a tutta Italia. Invece lui, Conte, ha praticato la scelta scellerata di barricare l’intera Nazione distruggendo ogni speranza di ripresa dell’economia almeno nel centrosud. Un abuso di potere enorme contro decine di milioni di italiani. Un maxi sequestro di popolo.
Deve rispondere il premier, e non scappare, soprattutto dopo che si viene a conoscenza di un altro verbale come quello, appunto, del 3 marzo. Perché mette in luce comportamenti contraddittori, pericolosi, incredibili. Il Comitato tecnico scientifico raccomanda una chiusura parziale limitata alle zone più a rischio, ma Palazzo Chigi opta per l’intero territorio nazionale. Si potrebbe dire che Conte era più pessimista dei suoi consulenti, in fondo era la sua «prima volta». Ma poi, dimenticava le paure e ignorava le preoccupazioni le angosce per la provincia bergamasca, con i morti a grappoli negli ospedali e nelle case. Ecco, questo è quello che oggi ci racconta la gestione scriteriata della crisi pandemica. Lo ha voluto lui.
Ora come può pretendere di farla franca Giuseppe Conte? Il premier ha una sola possibilità, quella di sperare in una magistratura accomodante, servile, rossa insomma. Ma se invece a partire da Bergamo i p.m. decidono davvero di prendere il toro per le corna, saranno guai per la cricca di governo. Perché per quella montagna di morti qualcuno deve pagare