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Il regalo immobiliare ai Benetton fa litigare il governo. Il siluro di Paragone

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La "palazzopoli" dei Benetton, denunciata da Il Tempo, imbarazza il governo di Giuseppe Conte finisce sotto scure di Gianluigi Paragone. Il leader di Italexit dedica un lungo articolo al caso sul suo sito IlParagone in cui ripercorre la vicenda del palazzo venduto a prezzo di favore alla famiglia veneta che ne farà un hotel superlusso. Alla faccia delle minacce, rimaste lettera morta, sulle Autostrade. "Un governo già pericolante da mesi ora ha trovato l’ennesimo terreno di scontro, uno di quelli particolarmente insidiosi: il rapporto con i Benetton. Dopo il lunghissimo codazzo di polemiche per l’accordo sul fronte Autostrade per l’Italia, in realtà per nulla sfavorevole agli imprenditori trevigiani, gli occhi sono ora puntati su un regalo, o meglio un super-regalo, generosamente fatto dal Conte 1 ai fondatori dell’omonimo marchio di abbigliamento: un palazzo in piazza Augusto Imperatore, nel pieno centro di Roma"; scrive Paragone. 

 


Paragone ricorda il pressing di Matteo Renzi sul governo, "animato dalla voglia di creare nuovi grattacapi al premier. Il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi ha così chiesto all’esecutivo di fare chiarezza sulla trattativa, che ha visto lo Stato alienare e vendere l’immobile ai Benetton per 150 milioni nel dicembre del 2018, quando le macerie del Ponte Morandi erano ancora terribilmente fresche nella mente degli italiani". "Un’operazione molto particolare ricostruita nelle scorse settimane da Il Tempo: il palazzo di 22 mila metri quadri era stato infatti ceduto agli imprenditori insieme al permesso di trasformarlo in un hotel. I Benetton lo hanno così a loro volta affittato a Bulgari, intenzionata a realizzare un albergo di lusso. Il tutto alla modica cifra di 15 milioni l’anno per un decennio", si legge nell'articolo.

 

Insomma, un regalone. "I dubbi sull’operazione sono tanti. Viene da chiedersi, innanzitutto, perché lo Stato non abbia proceduto ad affittare direttamente il palazzo a Bulgari, invece di venderlo. E poi come mai l’edificio sia stato alienato con il cambio di destinazione d’uso già realizzato. E ancora: come mai il ministero dei Beni Culturali ha rinunciato al diritto di prelazione che avrebbe bloccato l’affare? La convenienza, poi, non si vede proprio. Pensare che nella stessa piazza di Roma è in vendita anche il palazzo gemello, per il quale il ministero dell’Economia chiede però un prezzo doppio. Eppure Palazzo Chigi non ha mosso un dito per imporre lo stop alle trattative", scrive Paragone ricordando anche l'ultimo scoop de Il Tempo sul caso, quello dei prezzi del palazzo "gemello". 

 

La domanda delle domande, per Paragone, è: "Come mai si decise di fare l’ennesimo, clamoroso regalo ai Benetton? Qualche risposta, in un modo o nell’altro, dovrà arrivare".

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