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Il tragico autogol di "mascherina" Zingaretti

Francesco Storace
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Quando nessuno sembrava pensarci più, è la regione di Nicola Zingaretti a ritirare fuori la clamorosa truffa delle mascherine volatilizzate assieme ad un bel paccone di milioni di euro.

Zingaretti deve avere un genio della comunicazione alle sue dipendenze. Si è fatto trasformare in una specie di Comunardo Niccolai – il celebre campione degli autogol nel Cagliari di antica memoria – ingaggiando un duello con tanto di minaccia di querele con Matteo Salvini. E peraltro nella giornata più sbagliata, quella della decisione del Senato sul “sequestro” della Open Arms.

Aldilà delle apparenze, il leader della Lega ieri aveva un diavolo per capello. La giornata poi conclusa con il sì della maggioranza dei senatori (per appena otto voti) al processo per aver fatto il proprio dovere da ministro dell’Interno, non era di quelle adatte ai sorrisi. E ci sta che ai giornalisti – e anche a Palazzo Madama – abbia voluto rimarcare la stranezza di certe inchieste, come quella contro di lui, ma anche contro il governatore lombardo Attilio Fontana e nulla nei riguardi di Zingaretti.

In particolare evidenziando in parallelo due “curiosità”: in Lombardia si parla di camici donati ed euro non spesi dalla regione, complicati solo da alcuni errori dello stesso presidente (difficili da rubricare e soprattutto provare come reati); nel Lazio, almeno undici milioni di euro scomparsi e nessuno che faccia capire come e per colpa di chi possa essere accaduto.

Ma si chiedono da giorni le dimissioni di Fontana e non quelle di Zingaretti. Si distinguono in particolare per ipocrisia i Cinque stelle, che con Zingaretti governano l’Italia ma senza rimproverargli quello che è successo nella regione dove comanda lui.

Salvini ha fatto cenno anche a Luca Palamara, ormai diventato emblema di una giustizia di parte e che pure abbiamo letto essere stato buon amico di Zingaretti. Per esprimere un’opinione su quel magistrato e i suoi legami con i politici che frequentava bisognerà attendere il terzo grado di giudizio, onorevoli pentastellati?

E’ evidente che a Zingaretti dia fastidio che si ricordino questioni che potrebbero richiamare una certa opacità di comportamenti. Tra mascherine scomparse con i soldi e l’inchiesta della Corte dei Conti sul palazzo della Provincia di Roma, con l’aggiunta delle sentenze di Tar e Consiglio di Stato che giudicano illegittime le nomine di diversi suoi dirigenti di vertice, ne ha di gatte da pelare il governatore del Lazio.

Eppure, sfida chi lo chiama in causa anziché evitare la polemica frontale. E si è beccato la risposta diretta di Salvini: “Invito la Regione Lazio a denunciare il sottoscritto, così i cittadini di Roma e del Lazio sapranno finalmente che fine hanno fatto i milioni e le mascherine''. Che cos’altro poteva replicare il capo della Lega a quella incredibile nota della Regione che aveva fatto sapere “di valutare la possibilità di adire le vie legali contro il leader della Lega”. A che servano le minacce solo loro lo sanno. Come se il tema possa essere rimosso facilmente.

''La Regione Lazio - così la nota di autoassoluzione - è parte lesa in una procedura per inadempimento contrattuale in pubbliche forniture relative alla mancata consegna di una partita di mascherine da parte di un fornitore. La Regione Lazio ha denunciato alla Procura quanto avvenuto e collabora con le forze dell'ordine per l'accertamento della verità”. Siamo sicuri che le cose stiano così? Noi siamo pronti a pubblicare la “denuncia” del governatore Zingaretti, se esiste davvero, contro la Ecotech, la società produttrice di lampadine che si era beccata una commessa da 35 milioni di euro con anticipo di 14 per le mascherine. Il dubbio lo mette il capogruppo della Lega alla Pisana, Angelo Tripodi, quando invita il governatore a denunciare proprio la Ecotech e non Salvini: non è stato fatto?

“Ad oggi la cifra recuperata ammonta a 2 milioni e 700 mila euro mentre il residuo è pari a 11 milioni 780 mila euro", ammette la regione. Pensate un po’ che cosa avrebbe fatto il Pd se fosse capitato a Fontana…

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