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Migranti, ora anche Di Maio è preoccupato: "Se arrivano e scappano c'è un problema di salute pubblica"

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"Abbiamo un problema di salute  pubblica, se chi arriva deve stare in quarantena in un Cara e poi scappa, non è un problema di nazionalità".  Lo ha detto il ministro Luigi Di Maio in un'intervista durante la presentazione del rapporto Ice, rispondendo ad una domanda sulla questione migratoria e le fughe di migranti da alcuni centri in Italia.  

Di Maio ha ricordato che il ministro dell'Interno Lamorgese è stata a Tunisi con un "grande lavoro per cercare di rallentare e fermare le partenze". Perché sugli 11mila migranti arrivati in Italia, 5.200 sono arrivati dalla Tunisia. Con questo paese, che  è sicuro, bisogna "attivare i meccanismi di rimpatrio", ha aggiunto. E deve fare passi avanti anche l'Ue, che deve riprendere le redistribuzioni che si sono fermate con la pandemia, riattivando l'accordo sottoscritto a Malta".

Sulla vicenda Fontana "un po' mi ha colpito non tanto la voluntary disclosure, ma il fatto di mettere 5 milioni in Svizzera e non in Italia, che denota una
poca fiducia nel sistema italiano. Si passa dal prima l'Italia a prima la Svizzera e su questo una valutazione politica va fatta, mentre la giustizia farà il suo corso". Portare i soldi in Svizzera "cozza con il concetto di sovranismo, del prima l'Italia e gli italiani", ha aggiunto.

"E' il privato e l'azienda che permetterà nel futuro di questo paese di affrontare il tema dell'occupazione, dell'uscita dalla crisi economica, se
 investiremo nel privato potremo alimentare il pil e produrre lavoro. Questo non vuol dire fare una crociata contro il pubblico", ha chiarito Di Maio, sottolineando pero' che "Recovery Fund, investimenti, leggi di bilancio devono ruotare intorno alle aziende", che portano alto il nome de Made in Italy. 

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