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Il partito della Nazione nel destino di Giorgia Meloni

Francesco Storace
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Costruire un sentiment per l’Italia. Il biglietto da visita della Nazione attorno a temi condivisi. A questo sta lavorando alacremente la fondazione FareFuturo di Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir. 

L’esponente di Fratelli d’Italia ha chiamato attorno a un tavolo programmatico tanti e qualificati esponenti della cultura, delle professioni e della stessa politica per individuare il perimetro dell’interesse nazionale. Che è il tema da proporre a tutela dell’Italia a partire dal confronto con l’Europa. Tra i nomi più noti, Giulio Tremonti come Ernesto Galli della Loggia, Giulio Sapelli e tantisismi altri studiosi e pensatori che hanno collaborato al lavoro della fondazione di Urso intitolato “Italia 2020. Rapporto sull’interesse nazionale”. 

In un’intervista al sito formiche.net Urso fa riferimento esplicito al Partito della Nazione, ripercorrendo storicamente quel che per lungo tempo fece la Dc. E poi “ci ha provato Matteo Renzi quando ha sfondato alle europee. Poi Matteo Salvini, pur partendo dalla Lega nord”.

Ovviamente, Urso punta le carte proprio alla Meloni, a cui lo studio della fondazione potrebbe risultare utile “per costruire un percorso legislativo chiaro, a tappe serrate, per cominciare a far coincidere, ad esempio, sicurezza e interesse nazionale”.

Sarà possibile individuare il “piano regolatore” della nuova Italia, che dovrà essere definito insieme, come ogni Carta statuale? E’ lo sforzo di domani, e oggi appare chiaro a tutti che “la revisione costituzionale – si legge nel documento - possa essere meglio realizzata attraverso una Assemblea Costituente, che potrebbe benissimo essere anche il Senato Costituente nella prossima legislatura, eletto con un mandato specifico. Non quindi un “governo costituente”, ma un “Parlamento costituente”. Non un “governo di emergenza”, ma una revisione istituzionale di emergenza, mentre la Camera esercita in parallelo le funzioni legislative”.

Ma sono tanti i temi su cui concentrare l’attenzione anche per lanciare un messaggio di fiducia e ottimismo per l’Italia. Il decino è reversibile, sfatare la profezia della decadenza sono i passaggi introduttivi del rapporto. E si intravede il progetto. Lo stato di salute della nazione migliora partendo da politiche per la natalità e il freno della diaspora giovanile. E poi la storia e la cultura come modello di patriottismo. Fondamentale rilanciare lo Stato e le istituzioni? Certo, partendo dal valore (e dall’etica) della funzione pubblica.

Ampi, ulteriori passaggi del rapporto sono dedicati alla centralità della programmazione economica, alla programmazione dell’Italia come soggetto globale e capace di determinare sovranamente le proprie scelte internazionali, e a come costruire l’affermazione dei propri interessi ovunque, a partire dallo scacchiere europeo. Dobbiamo mostrarci per quel che siamo noi e non per come ci vorrebbero loro. In fondo, la sfida è tutta qui.

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