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Il pastrocchio del Pd sulle donne incinte al concorso di Prato. Mazzetti: "Sembra il Medioevo"

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“Viviamo in un Paese in cui il secondo comune più grande della Toscana, Prato, riesce a riportarci indietro al Medioevo. Come si può chiedere alle donne, nella domanda di partecipazione al concorso, se sono incinta o hanno figli piccoli? E la toppa, con la quale l’amministrazione comunale ha tentato di rimediare, è peggiore del buco, spiegando che si trattava di un segnale di attenzione per le donne. Ora chiedo che il Partito democratico prenda le distanze da questa vicenda assurda a tutti i livelli, comunale, provinciale, regionale e nazionale e annuncio sin da ora un’interrogazione urgente per stigmatizzare un fatto inaccettabile”. Lo dichiara in una nota Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia.

“A Prato, così come su tutto il territorio nazionale, molte donne sono ai vertici di grandi aziende, altre si barcamenano tra lavoro e famiglia ma l’amministrazione di Prato, che forse non conosce la realtà italiana, riesce a proporre un caso di sessismo inaccettabile. È inutile parlare di quote rosa, di parità, di famiglia, di family act, di sostegno alle donne, quando nel 2020 un’amministrazione pubblica riesce a riportarci indietro, con un atto inaccettabile. Ora, il Pd nazionale prenda le distanze e si scusi con tutte le donne. Inutile riempirsi la bocca di diritti delle donne, se poi nell’atto pratico si producono atti di questo genere che ci riportano indietro al Medioevo. Forza Italia da sempre si batte per i diritti di tutti, uomini e donne, per una  vera parità e lo farà anche in questo caso”, conclude Erica Mazzetti.

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