Dicono sciocchezze, poi gridano al fake. Ancora bugie M5s-Castelli
Sui ristoratori Il Tempo ha riportato le parole esatte della grillina. E si possono ascoltare online
Laura Castelli continua insieme a tutto il Movimento cinque stelle a sostenere di non avere detto quello che Il Tempo le ha attribuito a proposito dei ristoratori, e cioé che non essendoci più mercato per loro andrebbero aiutati con creatività a inventarsi un altro mestiere. Scelta un po’ sciocca e che prende per idioti gli italiani, visto che on line è disponibile il video integrale delle sue dichiarazioni al Tg2 Post di venerdì sera. Eppure ieri un fantomatico "entourage" della viceministra insisteva con le agenzie nel sostenere che i virgolettati attributi alla Castelli da Il Tempo erano falsi.
Ho dovuto replicare con una nota ufficiale, perché quell’entourage non ha alcun diritto di smentire quel che invece è vero. Quel venerdì sera ero presente in trasmissione come ospite-intervistatore della Castelli, e ho sentito con le mie orecchie quel che ha detto al ristoratore collegato da Milano, facendo un salto sulla sedia. Per amore di precisione al termine della puntata che era in diretta ho chiesto al Tg2 se era possibile avere il filmato, che gentilmente mi è stato poi inviato. Ho sbobinato quel che diceva la Castelli senza omettere nulla e virgolettando le sue frasi che innegabilmente ha pronunciato. Ne è nato poi un can can politico che sta alla libertà del dibattito pubblico, e che abbiamo riportato come farebbe chiunque. È diritto anche del M5s difendere la viceministra e affrontare l’ovvio risentimento dei ristoratori sostenendo che le tesi della Castelli sono giuste.
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Non è un diritto invece gridare al complotto e alla fake news, o addirittura alla misoginia come ha fatto il collega della Castelli al ministero dell’Economia, Antonio Misiani, che pure è del Pd. Però Misiani che ce l’aveva con Salvini (in effetti un po’ crudo con la Castelli), ha infilato una malizia in quella difesa, sostenendo che comunque «Criticare anche aspramente un atto che non si condivide o un’espressione infelice é legittimo». Frase che sembra sottolineare come sui ristoratori Misiani non la pensi affatto come la collega e- anzi- consideri la frase sui ristoratori che dovrebbero riconvertirsi a un altro mestiere «un’espressione infelice».
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Invece in sé sostenere che un’attività per la legge della domanda e dell'offerta non abbia più mercato dovrebbe chiudere e magari inventarsi altro business non è affatto infelice. Solo che non è la legge della domanda e dell’offerta ad avere tolto clientela ai ristoratori: sono i dpcm a firma Giuseppe Conte, e i decreti del governo, quindi in qualche modo la Castelli stessa ad averlo fatto, non il mercato. Sono convinto che quando quei dpcm, la chiusura delle frontiere, la paura del coronavirus saranno solo un brutto ricordo, i turisti torneranno ad affollare il centro di Roma, di Firenze, di Venezia e gran parte dell’Italia avendo lo stesso bisogno di mettere qualcosa sotto i denti che avevano fino al 2019. Quindi sarebbe follia riconvertire quei locali a fare altro: bisogna aiutarli a stare in piedi fino a quando tutto non tornerà alla normalità. Invece in altri casi il teorema Castelli funzionerebbe pure: da quanti anni il mercato dice che non c’è più domanda di voli su Alitalia?
Invece pervicacemente proprio il ministero della Castelli pompa dentro miliardi di euro per l’ennesima volta cercando di fare stare in piedi quello che andrebbe aiutato a riconvertirsi ad altro business. E quanta domanda c’è e c'è stata negli ultimi anni per i laminati Ilva? Ecco, allora meglio non fare prediche inutili, visto che è proprio questo esecutivo a razzolare assai male sulla materia. Meglio fare marcia indietro, riconoscere di avere detto una sciocchezza e presentare le proprie scuse ai ristoratori assicurando invece il massimo sostegno pubblico per tenere in piedi quelle attività.