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La grillina tradisce il marito: "Lui ha lasciato il Movimento, io no"

Giallo in Campidoglio

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Il marito, Marco Cacciatore, si è dimesso il 30 giugno da consigliere regionale dei Cinque Stelle. Sollevando malumori e polemiche. E oggi la moglie, Simona Ficcardi, anche lei consigliera grillina ma in Campidoglio ha scritto un duro sfogo sul suo profilo Facebook. Spiegando che solo perché è la moglie non è detto che anche lei debba lasciare il Movimento.  "Molti mi chiedono cosa intendo fare oggi che è uscito Marco dal m5s: ciò che genera questo interrogativo è sicuramente l'ignoranza, come donna mi sento offesa nella mia intelligenza. Per quale motivo una donna dovrebbe, conseguentemente alle scelte del proprio compagno, procedere allo stesso modo? Per quale motivo mi chiedete di fare interviste su una scelta non mia? È innegabile che, lavorando per le stesse tematiche e indotti da reciproca stima, abbiamo anche lavorato fianco a fianco al raggiungimento di obbiettivi comuni e scritti nel Programma, ma questo non vuol dire che ragioniamo con una sola testa. Pur essendo delusa dal movimento, che muta e si muove per sua natura e che a mio avviso ha intrapreso una strada completamente contraria alle sue origini, ritengo che le mie dimissioni possano risolvere ben poco. E siccome io mi sento parte del movimento e non meno importante di altri portavoce con cariche "più rilevanti" della mia, dei cosidetti probiviri o del capopolitico, continuerò a fare ogni sforzo possibile affinché il movimento smetta di deludere cittadini ed iscritti. Non solo, vorrei concludere il mio mandato coerentemente". "Non nego che alle volte mi sono dovuta fermare e pensare bene se ne valesse la pena proseguire con la delusione nel cuore e vedendo vanificato il mio impegno. Solo per la mia testardaggine e per il rispetto che ho nei riguardi dei cittadini che hanno avuto fiducia in me, che continuo ostinatamente a portare atti. Ma noterete voi stessi che le mie iniziative politiche sono tutt'altro che promosse e soprattutto, disattese". Ma la consigliera comunale non è comunque tenera con il Movimento: "Confesso, non sono d'accordo con la scelta di Marco di lasciare il m5s, per me non è lui a dover lasciare il movimento perché lui ne ha mantenuto l'essenza e io, come mi scrive qualcuno, non mi sento meno coraggiosa di lui nel restare, sono semplicemente due linee di pensiero diverse che siamo in grado di rispettare vicendevolmente. Tuttavia, da quando il movimento ha iniziato a cambiare capo politico e tutto il suo susseguirsi tra cui 1 organizzazione piramidale, i programmi traditi, le fratture interne, le espulsioni ingiustificate, le sospensioni antidemocratiche, le scelte dettate dall'alto, il silenzio della base. Non credo sia giusto giudicare chi lascia il movimento oggi e vuole comunque portare a termine il proprio mandato per il rispetto di chi lo ha votato. I cittadini votano un programma, non un simbolo. Anche se questo vuol dire disattendere un regolamento, uno statuto, poiché di questo ne resta ben poco a causa dei precedenti. Mi sembra altresì evidente che molti tra quelli che si promuovono ciechi sostenitori del m5s non rispettano lo statuto e soprattutto, più importante, tradiscono il mandato dato dai cittadini, farlo al nome del m5s ritengo sia deplorevole. Aggiungo, per concludere, che se io oggi lasciassi il movimento, mi si potrebbe criticare ben poco essendo il mio programma elettorale disatteso senza che le decisioni sostanziali siano mai state messe al voto. Non sono certo io, come infondo qualcuno di quelli che ha cambiato gruppo politico, a non riconoscermi nel m5s, se questo continua a mutare senza una guida popolare".

 

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