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Niente soldi, tanti selfie: Pasquale Tridico precetta tutto l'Inps

Franco Bechis
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Visto che non ne avevano abbastanza in questo momento e che stavano ottenendo straordinari successi nel fare arrivare a ciascuno la cassa integrazione o il sussidio cui aveva diritto, i dipendenti dell'Inps sono stati chiamati a un nuovo compito dalla geniale dirigenza dell'istituto oggi presieduto da Pasquale Tridico: la fotografia. A tutti è infatti arrivata in casella postale una missiva del 26 giugno firmata dal direttore centrale organizzazione e comunicazione, Rocco Lauria (che quando era in Friuli Venezia Giulia ebbe qualche guaio per abuso di auto blu). Per chiedere qualcosa un pizzico insolito agli oltre 25 mila dipendenti: “scattatevi un selfie”. Non uno qualsiasi, ma indossando una mascherina. L'idea è quella di illustrare così la ricca produzione di calendari, planning, agende e altri prodotti per l'utilizzo interno e per fare un po' di marketing verso l'esterno con il datario del prossimo anno, il 2021.

L'Inps vuole celebrarsi così, con quella che dalle parti del governo chiamano “story telling”, e che avrà come tema base “Io ci sono sempre- Storie di lavoro al tempo del Covid 19”. Con coraggio il nostro Lauria confessa di essersi ispirato niente meno che a una idea del ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo (che gerarchicamente è la superiora dell'Inps), prendendo a prestito la campagna social avviata da quel ministero con il titolo “#IoLavoroSmart”. Spiega il direttore della comunicazione di Tridico che “l’iniziativa ha l’obiettivo di rappresentare attraverso immagini, nella fattispecie selfie, il nostro lavoro quotidiano, grazie al quale, nonostante l’emergenza Covid, abbiamo continuato a garantire un servizio costante al Paese”.

Secondo lui quell'esercito che mirabilmente ha distribuito casse integrazioni in deroga e in ordine con rapidità encomiabile (centinaia di migliaia di italiani da tre mesi non hanno ancora visto un euro), fatto giungere a destinazione ogni tipo di contributo previsto per alleviare i drammi, avrebbe invece compiuto gesti eroici da fissare nella memoria: “Con la partecipazione di tutti”, scrive Lauria, “vorremmo raccontare come sia stato possibile, grazie alla volontà e alla tecnologia, superare un periodo così difficile, e come l’emergenza ci abbia costretto a reagire con forza, senso del dovere e, a volte, anche con creatività”.

Non sarà un compito facilissimo per i poveri dipendenti Inps: i selfie debbono essere di almeno 3 megabyte di peso, quindi di definizione assai superiore a quella che si ottiene con i più comuni modelli di smartphone. Bisognerà organizzare una sorta di set fotografico, utilizzare macchine di una certa professionalità, sicuramente chiedere la collaborazione dei colleghi per gli scatti (non più di tre) da inviare ai propri capi per la grande operazione di marketing che verrà lanciata alla vigilia delle prossime feste natalizie. Volevate la cassa integrazione? Beccatevi intanto i nostri selfie.

Ora non voglio essere spietato come lo è in queste settimane il fustigatore numero uno di Tridico, che è il senatore azzurro Maurizio Gasparri che senza mezzi termini liquida questa missiva con un “Irresponsabili pensano ai selfie e non ai pagamenti. Piazza pulita !”. Però nemmeno alla fantasia irrequieta e incontenibile di Rocco Casalino sarebbe venuta un'idea così “hara-kiri”. Venire a sapere oggi che l'Inps invece di lanciare una grande operazione di trasparenza e verità sui propri deficit operativi, fosse anche per segnalare con chiarezza le responsabilità di quel disastro che è stata la gestione della cassa integrazione, va a distrarre anche un solo dipendente per un'operazione di distrazione di massa con i selfie, è semplicemente disarmante. Offre plasticamente il senso della totale inadeguatezza di questo vertice al comando di una struttura tanto delicata quanto importante.

Per altro credo che i primi ad essere increduli sono gli stessi dipendenti dell'istituto, che quella operazione verità e trasparenza meriterebbero prima di tutti, e infatti proprio da loro arrivano anche nelle redazioni giornalistiche i dati reali sulle erogazione di questi assegni di sussistenza che settimanalmente vi forniamo e che sono radicalmente diversi da quelli mutevolissimi (e pure contraddittori fra loro) che divulga il presidente dell'Inps, Tridico.

Sono convinto non sia colpa di quei lavoratori quello che non ha funzionato in questi mesi, ma di decreti e decretini fatti con i piedi da chi sta al governo. Però quando il flop è sotto gli occhi di tutti, invece di celebrare perfino in questo modo urticante e scomposto il proprio eroismo, chi guidava l'Inps e vedeva arrancare i suoi in un lavoro maldestramente assegnato, doveva alzare pubblicamente la voce con il governo e la sua maggioranza chiedendo correzioni come non è stato fatto.  

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