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Bonafede e le scarcerazioni dei boss. Anche Massimo Carminati è libero: il buco Nero della giustizia

Franco Bechis
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Massimo Carminati detto il Nero è tornato ieri in libertà dopo 5 anni e 7 mesi di carcerazione preventiva trascorsi in gran parte in regime di 41 bis, quello di privazione strettissima della libertà riservato a terroristi e mafiosi. Non farà grande impressione ai lettori, perché veniamo da settimane di scelte incredibili del ministero della Giustizia guidato da Alfonso Bonafede durante le quali invocando i rischi Covid 19 sono stati scarcerati e restituiti alle proprie case più di 400 fra mafiosi, camorristi e appartenenti alla 'ndrangheta anche di primissimo piano, quindi figuriamoci se non può uscire dal carcere uno come Carminati per cui è stata esclusa definitivamente ogni accusa di appartenenza ad associazione mafiosa. Proprio ieri per altro è venuta fuori durante un'audizione in commissione antimafia una nuova incredibile verità sulla scarcerazione di uno dei boss di spicco della camorra, come Pasquale Zagaria, il tesoriere dell'omonimo clan dei casalesi con base a Casapenna guidato dal fratello Michele.

L'ex dirigente del Dap, Giulio Romano, ha confessato che quella scarcerazione che ha portato non solo Pasquale, ma anche altri colonnelli del clan nelle proprie abitazioni da cui possono riprendere in mano il controllo del territorio, è stata originata da un errore di trascrizione del suo ufficio, di cui si è preso tutta la colpa. E' dunque per dolo del ministero di Bonafede che quei mafiosi sono stati scarcerati e la successiva toppa del ministro che con un decreto pensava di chiudere lo scandalo riportando tutti dentro, è stata solo una piece teatrale, perché Zagaria ancora sta a casa sua da cui può fare una pernacchia al ministro.

L'uscita dal carcere di Carminati è...

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