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Cassa integrazione in deroga, un milione di italiani ancora senza stipendio

Franco Bechis
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Entro venerdì 12 giugno "pagheremo tutte le 419mila domande di cassa integrazione giacenti". Parola del presidente dell'Inps Pasquale Tridico a inizio della settimana che si chiude proprio oggi. Quando è arrivato il giorno fatidico il presidente dell'Inps si è fatto nuovamente intervistare per dire "le abbiamo pagate tutte". Non che fosse un gran successo saldare a metà giugno quel che serviva a dare uno stipendio di marzo a 6 milioni di lavoratori, ma almeno sembrava chiudersi la pagina più nera della gestione della crisi da virus da parte del governo di Giuseppe Conte. Ma a smentire Tridico e non di poco è un documento interno all'Inps che porta proprio la data fatidica, quella del 12 giugno 2020. Con una tabella che dice tutt'altro. A

lla voce "pagamenti complessivi" i beneficiari risultano essere 5.707.018, ma a venerdì quelli che risultano essere stati pagati erano 4.704.493. Differenza: 1.002.525 lavoratori che ancora non avevano ricevuto i vari tipi di cassa integrazione esistenti. Più del doppio di quelli indicati dal presidente dell'Inps a inizio settimana e che secondo lui dopo pochi giorni sarebbero dovuti diventare zero. Nella tabella in possesso de Il Tempo ci sono anche i buchi lasciati dall'Inps per ogni tipo di assegno previsto. Cassa integrazione in deroga: aventi diritto 2.227.527, ma se la sono vista saldare solo 1.849.996 lavoratori. Cassa integrazione ordinaria: gli aventi diritto sono 1.839.965, quelli davvero pagati invece 1.565.052 sempre alla data del 12 giugno. Infine il FIS( fondo integrativo solidarietà) per cui gli aventi diritto risultano 1.639.526, ma quelli pagati effettivamente sono 1.289.000 a questo venerdì.

C'è quindi più di un milione di lavoratori a cui non sono stati dati dallo Stato italiano i previsti mezzi di sussistenza da ben tre mesi. Non si inventavano dunque le lamentele quei poveracci che continuavano a scrivere mail e lettere a giornali e tv sostenendo di non avere visto un solo euro di quelli che il governo aveva promesso, auto-lodandosi poi in modo sempre più irritante per successi che sono registrati solo dalla continua propaganda di Stato, e non dalla realtà.

Siccome la bugia che emerge sarebbe macroscopica, debbo pensare che Tridico non abbia visto la documentazione ufficiale dell'Inps e sia stato tratto in inganno dal suggerimento di qualche zelante collaboratore che sperava si risolvesse più in fretta il buco evidente nel lavoro dell'istituto di previdenza. Spero soprattutto per quel milione di poveracci che si sia trattato solo di un eccesso di ottimismo sui tempi di erogazione, ma che a breve davvero siano sodisfatte le loro drammatiche attese. Ma vedo che ad imperare nelle fila del governo e della maggioranza è soprattutto la propaganda, che ovviamente non riesce a dare da mangiare a nessuno ed era malattia antica di quella politica che i nuovi protagonisti sostenevano di volere cambiare radicalmente. Ieri infatti il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, si è lamentato pubblicamente: “Questa mattina in pochi minuti molte persone per strada mi hanno fermato per testimoniarmi di essere tra quanti, avendone diritto, non hanno avuto un euro di cassa integrazione. Il grillino Tridico, messo all’Inps con la lottizzazione del partito del comico, aveva detto che entro ieri tutti sarebbero stati pagati. Non è vero. C’è un esercito di centinaia di migliaia di abbandonati. Tridico ha mentito”.

Di conseguenza ha chiesto le dimissioni del presidente dell'Inps (che già non aveva fatto gran figura addossando a un falso attacco hacker la responsabilità dell'istituto andato in tilt quando si trattava di erogare ad aprile il bonus da 600 euro), e anche quelle del ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. Letto Gasparri un anonimo gruppo pentastellato che diceva di appartenere alla commissione lavoro della Camera dei deputato bollava le sue dichiarazioni come “critiche in malafede. Infatti quanto è affermato è totalmente falso ed è scorretto mentire in questo modo ai cittadini e ancora più da irresponsabili in un periodo di difficoltà come quello attuale. Per dovere di cronaca ricordiamo che proprio ieri è stata pagata, come annunciato, la cassa integrazione ai 420 mila lavoratori che erano ancora in attesa”. Frasi che gli estensori potrebbero rivolgere a se stessi davanti allo specchio, perché nella contesa era Gasparri ad avere ragione, sia pure per difetto (nemmeno lui immaginava un buco dell'Inps ancora così largo).

Ma è evidente che loro ripetessero numeri come pappagallini, perché non ne conoscevano alcuno direttamente, e che quindi fanno il loro lavoro con i piedi, perché compito di chi siede in commissione lavoro per giunta appartenendo alle fila della maggioranza non è bersi la qualunque perché gliela racconta un amico. Ma verificare quel che sostiene l'Inps, qualsiasi persona ci sia a guidare l'istituto. Ne chiederà conto a loro e al governo quel milione di povere persone che oltre al danno di essere al verde hanno dovuto subire pure la beffa della propaganda. Adesso anche il premier Conte può capire perché uscendo da palazzo Chigi trova gente che lo fischia e chiede conto di tante promesse non realizzate...

 

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