Conte apre la campagna elettorale: promette soldi, riforme e opere agli italiani
Parole, altre parole. Promesse, progetti, dal Ponte sullo Stretto all'alta velocità Roma-Pescara, dalla riforma del fisco con meno tasse a quella della scuola che «riapre sicuramente a settembre» e della giustizia, ce n'è per tutti in mezzo a scuse tardive e auto celebrazione delle misure scelte dal governo. Giuseppe Conte orgranizza l'ennesima conferenza stampa in diretta nazionale per usarla come spot elettorale, nel giorno in cui in Italia si può tornare a circolare liberamente tra le regioni dopo un lockdown infinito che ha messo in ginocchio il Paese.
«A distanza da circa un mese, dal 4 maggio - attacca il premier a Palazzo Chigi - i numeri, sono incoraggianti, il trend dei nuovi casi è in costante diminuzione in tutte le Regioni. Questo dimostra che la strategia adottata è quella giusta»,
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«Da oggi apriamo i nostri confini regionali - ha proseguito Conte - è una decisione che abbiamo preso in piena consapevolezza, i dati della curva ci dimostrano che i sistemi che abbiamo preso stanno funzionando. E sta funzionando il fatto di procedere con riaperture progressive». Ma Conte ci tiene a sottolineare in apertura del suo discorso che restano le precauzioni obbligatorie su mascherine e distanziamento: «Ci meritiamo il sorriso e l’allegria dopo mesi di sacrifici, ma è bene ricordare che se siamo tra i primi paesi a permettersi di riavviare tutto, è perché abbiamo accettato di compiere dei sacrifici, di modificare le nostre radicate abitudini di vita. Facciamo attenzione, le uniche misure cui ci affidiamo sono il distanziamento fisico e l’uso delle mascherine, non rispettarle sarebbe una vera sciocchezza. L’abbandono dell’uso dei dispositivi di sicurezza costituisce una grave leggerezza, è come dire che il virus non c’è più. Seppure in calo, i casi di contagio verranno ancora registrati quotidianamente», ha aggiunto.
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Ora si può viaggiare liberamente in Italia e accogliere i turisti per far ripartire l'economia. «Da oggi i turisti stranieri potranno tornare nel nostro Paese. Oggi più che mai dobbiamo dedicarci al brand Italia, perché in tutti questi mesi la bellezza dell’Italia non è andata in quarantena».
Quindi le nuove promesse agli italiani sugli aiuto economici, sperando che stavolta vengano mantenute. «Abbiamo stanziato fondi pari a tre manovre economiche e sono consapevole dei ritardi e ho chiesto scusa per questo, la burocrazia italiana non era preparata completamente. Ma è solo l’inizio: dobbiamo tornare a intervenire con nuove misure, questa è l’occasione per superare tutti i problemi strutturale che si trascinano da tempo. Dovrà essere un nuovo inizio, abbiamo il dovere di agire nello spirito della condivisione e dell’impegno come quello del 2 giugno. Dobbiamo ridisegnare l’Italia. È un’occasione storica, dobbiamo rinnovare il Paese dalle fondamenta. Dobbiamo cogliere l’opportunità dei fondi europei che dobbiamo saper spendere bene - ha aggiunto Conte - stiamo lavorando sul Recovery Plan. Abbiamo stanziato 80 miliardi e non è detto che dovremo tornarci presto. Per il Recovery fund abbiamo un problema di immediata spendibilità, questo è vero. Ma stiamo lavorando per avere delle anticipazioni, al momento non sono molto ingenti ma stiamo lavorando con la Commissione europea per renderle più corpose».
Parlando di riforma della giustizia, del fisco, della scuola e così via il presidente del Consiglio sostiene che «ci sono già i provvedimenti in Parlamento. Chiedo a tutte le forze politiche di collaborare per approvare le riforme che sono già in cantiere. Il rimpasto di governo non ha nulla a che vedere con un progetto di ricostruzione dell’Italia. Se si tratta di confrontarsi e acquisire contributi dell’opposizione assolutamente sì. Il fisco? Serve una riforma, intervenire con grande forza sul fisco, in modo sistemico e organico significa anche renderlo più equo. Noi ci metteremo nella condizione di far pagare tutti e meno».
Poi il tema delle grandi opere. «L’Italia ha una rete infrastrutturale viaria che è inaccettabile, come la Costa Ionica che è senza collegamento, il binario unico, la Sicilia, la tratta alta velocità Roma-Pescara da costruire. Alcuni progetti ci sono già, quando mi siederò al tavolo valuterò tutto senza pregiudizi, compresa l’ipotesi del Ponte sullo Stretto. Non voglio declamare opere immaginifiche, ho parlato di una rete infrastrutturale su cui c’è tanto da fare. Autostrade? Nulla è cambiato, sono conclamati molteplici inadempienti del concessionario, per me ci sono tutti gli estremi per procedere alla revoca».
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Sulla scuola Conte assicura: «Riaprirà sicuramente a settembre e si tornerà alla didattica in presenza. I sindaci hanno il permesso speciale per rinnovare gli edifici scolastici e arrivare a settembre a scuola in aule più grandi. Dobbiamo investire ancora di più nella ricerca e nella scuola. Dobbiamo puntare forte come mai prima sul diritto allo studio».
Quindi la questione degli aiuti europei. «Parteciperemo al progetto Sure e a quello Bei, per il Mes quando avremo tutti i regolamenti li porterò in Parlamento e decideremo. Sembra che siano soldi regalati, ma ricordo a tutti che si parla di un prestito. Non intendo queste cospicue somme che verranno dall’Ue come un tesoretto di cui deve disporre il Governo in carica. Il confronto si aprirà a tutte le forze della maggioranza ma anche all’opposizione. Si tratta di un patto di rilancio che disegneremo insieme. Abbiamo una occasione storica, la Commissione europea, anche grazie all’aiuto dell’Italia, ha messo sul tavolo 750mld, sono risorse ben consistenti, dovremo cogliere questa opportunità e saper spendere bene i soldi».
Quanto alle chiusure delle frontiere agli italiani da parte di altri Paesi Conte ricorda come non esista «motivo per cui Austria, Grecia e altri adottino misure restrittive verso l’Italia. Non vorrei che pagassimo il grande lavoro di trasparenza fatto, ed è per questo che i nostri ministri si stanno tando da fare per evitare che si arrivi a una soluzione che eviti una discriminazione».