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Vincenzo De Luca vince il primo round con Luigi De Magistris. Niente riaperture notturne a Napoli

Paolo Zappitelli
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Il governatore Vincenzo De Luca vince il primo round contro il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Il Tar ha infatto accolto il suo ricorso contro le aperture prolungate notturne (fino alle due e mezza durante la settimana e alle tre e mezza di notte nel week end) che andavano contro quanto disposto dal decreto del governo. Il decreto del presidente del Tar Campania Salvatore Veneziano specifica che la «sospensione dell’ordinanza sindacale» permette di ovviare «all’aggravamento del rischio sanitario anche in ambito ultracomunale, atteso il prevedibile afflusso dai comuni limitrofi, se non da tutta la provincia, sul territorio del comune di Napoli in ragione dei più ampi orari previsti dall’ordinanza sindacale e delle eventuali attività ludiche dalla stessa consentite», e alla «situazione di incertezza derivante dalla concorrenza di due discipline differenziate e contrastanti, tali da ingenerare oggettivi dubbi sulla liceità dei comportamenti da tenere da parte degli operatori economici e degli avventori, e conseguenti criticità nello svolgimento delle attività di verifica e controllo da parte degli operatori a ciò deputati, con potenziali rischi di ordine pubblico».

Una decisione che il sindaco di Napoli non ha digerito. E ha reagito attaccando De Luca. "Il presidente della Regione sta mettendo in pericolo la salute dei napoletani e dei campani, perché riducendo gli orari e i luoghi spinge le persone a concentrarsi». «Io ho il dovere di tutelare la salute dei miei concittadini - aggiunge  - e non è un capriccio de Magistris contro De Luca Basta con questo atteggiamento punitivo nei confronti dei cittadini e degli operatori economici. Ormai si gira in tutta Italia e le persone escono, non si comprende perché nella nostra città, dove da circa un mese siamo quasi a contagio zero, non si possano liberare più luoghi».

De Magistris ribadisce che la sua ordinanza «è perfettamente legittima". "Semmai - prosegue - prevale il capriccio di una persona che ritiene di dover intervenire sulla regolamentazione della mobilità pedonale, dell’economia e del commercio, materie che non hanno nulla a che vedere con la sanità, Anzi abbiamo dimostrato che la nostra ordinanza tutela di più la salute".

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