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Emergenza coronavirus: Mattarella chiama Salvini, Giorgia Meloni e Berlusconi: adesso unità

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Un intervento per rasserenare gli animi nel mondo politico e incanalare le energie sull'obiettivo comune. Il presidente della Repubblica scende in campo contattando personalmente i leader delle opposizioni, dopo le tensioni registrate nelle ultime ore sui contenuti del decreto "Cura Italia". Sergio Mattarella ha telefonato a Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, chiedendo unità in un momento difficilissimo per l'Italia, i suoi cittadini, le imprese a tutti i livelli. C'è stato l'invito a collaborare il più possibile, ribadito anche al governo, che ha la responsabilità di guidare il Paese nell'emergenza e nella lotta alla diffusione del coronavirus. Mattarella ha avuto colloqui pure con i presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetti Alberti Casellati e Roberto Fico, ai quali è affidato il compito di gestire il Parlamento l'iter delle leggi varate dall'esecutivo, garantendo la necessaria dialettica tra maggioranza e minoranza, con tempi che per forza di cose diventano sempre più ristretti a causa della pandemia. L'apporto del responsabile del Quirinale è fondamentale non solo per quel che riguarda le questioni interne, ma anche per la rete di contatti che sta tenendo costantemente viva con gli altri capi di Stato esteri. I primi effetti di questo lavoro si notano subito, nei toni usati da Salvini, che assicura di aver dato "la massima disponibilità a collaborare", ma senza "far finta di nulla". Il leader della Lega vuole essere ascoltato dal governo e dal premier, Giuseppe Conte, sulle criticità del decreto: "Se mi chiama, sono pronto a portargli le nostre proposte anche stanotte". Innanzitutto, vuole il 2020 'anno bianco fiscale' e in secondo luogo resta il no agli 'sconti' di pena per i carcerati vicini al termine della detenzione: "Non ci sto, in nome del virus, a far passare indulti mascherati". Perplessità espressa anche nel colloquio con Mattarella. L'ex ministro dell'Interno batte forte sul presidente del Consiglio, che "non può pretendere a scatola chiusa, quando mezza Italia chiede modifiche, di andare avanti facendo finta di niente". Sulla stessa lunghezza d'onda si sintonizza anche il presidente di Fratelli d'Italia. "Al capo dello Stato ho ribadito lo spirito di collaborazione e responsabilità, confermando che il nostro lavoro continuerà in questa direzione", spiega Meloni, augurandosi "che l'esecutivo abbia il nostro stesso atteggiamento". Il centrodestra è compatto, come dimostra la disponibilità di Silvio Berlusconi, che a Mattarella garantisce l'apporto di Forza Italia in maniera "assoluta", a patto che dal governo vengano accolte "almeno alcune delle idee che avanziamo nell'interesse di tutti i cittadini". La prova del nove ci sarà la prossima settimana, quando a Palazzo Madama inizierà l'iter del decreto 'Cura Italia'. L'occasione giusta, per la politica, di dare una prova di compattezza in uno dei periodi più bui e drammatici della storia del nostro Paese dal secondo Dopoguerra.

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